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Assisi – Bosco di San Francesco
Archivio fotografico Comune di Assisi
Un pezzo intatto di paesaggio umbro, luogo di armonia e silenzio ai piedi della Basilica di San Francesco, acquistato dal Fondo ambiente italiano (Fai) nel 2008, grazie a una donazione della banca Intesa Sanpaolo, poi restaurato a partire dal 2010 e inaugurato nel 2011.
VIAGGIO NELLA BIODIVERSITA’
Il Bosco di San Francesco è un esempio di paesaggio rurale italiano, di 64 ettari di natura e oltre 800 anni di storia, che l’incuria aveva ridotto a una discarica e che il Fai ha interamente recuperato.
Qui si possono percorrere circa 5 chilometri di sentieri ben segnalati, partendo dalla Basilica di San Francesco e passando per la Selva di San Francesco (di proprietà della Basilica).
Il Bosco è un vero scrigno di biodiversità, con un mosaico ambientale che vede l’alternarsi di boschi, prati, filari di siepi e alberi, corsi d’acqua e oliveti, che nell’insime generano una grande varietà di ecosistemi, favorevoli alla presenza di numerose specie vegetali e animali.
Qui infatti non è raro osservare caprioli e scoiattoli e ascoltare il canto di numerosi uccelli.
VIAGGIO NELLA STORIA
I sentieri sono anche una nuova forma di pellegrinaggio nella storia e nel sacro.
A fondovalle si possono scoprire le testimonianze di un microcosmo abitato da monache benedettine, tra Duecento e Trecento, che comprende: il monastero, ora sede del punto informativo Fai; la chiesa romanica di Santa Croce, del XIII secolo, con un interno semplice e sobrio; un mulino che è stato attivo fino ai primi del Novecento e dove oggi si trova una trattoria; i resti di un antico ospedale, che dal 1250 al Trecento assisteva malati e pellegrini; un’antica torre trecentesca costruita a difesa di un opificio.
LAND ART
Salendo sulla torre è possibile ammirare il Terzo Paradiso, opera di Land Art di Michelangelo Pistoletto: 121 ulivi disposti a doppio filare a formare tre ampi elementi circolari tra loro tangenti, di cui uno maggiore al centro e con un’asta alta 12 metri a simboleggiare l’unione tra cielo e terra.
L’invito è quello di percorrere la serpentina tra i filari e diventare così parte di quest’opera, che contiene una proposta di riflessione sulla possibile serena coesistenza tra l’uomo e la natura, qui simboleggiata dalla terza sfera.