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Assisi – Foro romano e collezione archeologica
Archivio fotografico Comune di Assisi
Resti del cuore antico della città, che dopo essere stata un insediamento umbro, influenzato dalla civiltà etrusca, entra nella sfera d’influenza romana intorno al III secolo a.C., per diventare municipio nel I secolo a.C.
ASSISI ROMANA
Il centro di Assisi, Patrimonio Unesco, è ricco di monumenti di epoca romana, tra i quali le terme, una maestosa fontana pubblica, imponenti cisterne (una è visibile all’interno della Cattedrale di San Rufino, utilizzata come basamento del campanile), resti dell’anfiteatro e del teatro (in un locale di un albergo si trovano sei pilastri della struttura), una ricca domus scoperta sotto la chiesa di S. Maria Maggiore, un’altra importante domus sotto Palazzo Giampè.
Nel percorso museale della cattedrale e della Cripta di San Rufino sono presenti materiali provenienti da collezionisti ottocenteschi, reperti provenienti dall’area urbana e dal suburbio, rinvenuti nel corso del XX secolo e altri frutto di scavi più recenti.
Ma soprattutto, spicca l’area archeologica, sotto l’odierna Piazza del Comune, che corrisponde alla cosiddetta terrazza centrale, una delle piattaforme monumentali realizzate nel II secolo a.C.
La terrazza, che per la centralità della sua posizione è tradizionalmente ritenuta il foro della città, è dominata dal soprastante tempio di Minerva (I secolo a.C.), una delle opere più integre dell’architettura religiosa romana, oggi visibile sul lato settentrionale della piazza.
IL FORO ROMANO
Il Foro viene ritrovato nel 1836, durante scavi archeologici.
L’accesso era garantito da due scalette simmetriche aperte nel muro di sostegno del tempio di Minerva.
Oggi vi si accede da via Portica, passando per la cripta romanica dell’ex chiesa di San Nicolò di Piazza (non più esistente, a parte appunto la cripta), dove sono esposti sarcofaghi, capitelli e iscrizioni provenienti da Assisi o dagli immediati dintorni.
I resti del Foro – originariamente pavimentato con lastre quadrangolari di calcare, e circondato su tre lati da un porticato di colonne doriche – comprendono il basamento del tempio con le porte di accesso al pronao, una cisterna monumentale, un podio con i seggi per i magistrati, un tempietto tetrastilo dedicato a Castore e Polluce; in un secondo ambiente sono conservate tre statue in marmo ritrovate sempre nell’area del Foro.
Attraverso un corridoio rivestito da una pedana in vetro, che consente di apprezzare la pavimentazione originaria, si costeggia il muro di terrazzamento del tempio, lungo cui corre un’iscrizione monumentale che ricorda i lavori curati nel 30 a.C. dai magistrati supremi (quattuorviri) del municipio di Asisium.
Lungo la parete opposta sono sistemate le steli funerarie e, al termine di un breve passaggio, il basamento delle statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, figli di Giove.
Più oltre è la cosiddetta Sala delle Volte, che permette una visione completa del foro e dove si trovano alcune statue in marmo restaurate, tra cui quella di un personaggio maschile del I secolo d.C. rinvenuta negli scavi dell’area.
IL TEMPIO DI MINERVA
Collegato idealmente al Foro è l’antico Tempio di Minerva, costruito durante il I secolo, ha una facciata ben conservata, ancora nello stato originale; le sei colonne sono sormontate da un fine capitello in puro stile corinzio e poggiano su dei plinti che, per mancanza di spazio, sono collocati sulla scalinata che si inoltra nel pronao.
In età medievale viene trasformato in chiesa cristiana.
Nel 1539 nella sua cella a pianta rettangolare si costruisce la chiesa di S. Maria sopra Minerva, ulteriormente modificata in stile barocco nel XVII secolo.
Goethe, durante il suo Viaggio in Italia, nel 1786, trova qui il primo monumento integro dell‘antichità che avesse mai visto, e ne resta entusiasta.