HOME / ITINERARI / LE STRADE DI FRANCESCO /LA VIA DEI PARCHI/ ASSISI – IL PARCO DEL MONTE SUBASIO
Assisi – Il Parco del monte Subasio
Archivio fotografico Comune di Assisi
Luogo dove storia, natura e cultura si fondono, e già dall’anno Mille ha un carattere di sacralità e misticismo per le popolazioni umbre, rafforzati con l’arrivo di San Francesco e le successive presenze del suo ordine monastico.
FEDE E NATURA
Il Parco del Monte è un luogo privilegiato delle memorie francescane, anche per gli aspetti naturalistici che hanno ispirato l’amore di Francesco verso il creato, e il Cantico delle Creature ne è un esempio di ammirazione e di amore.
Infatti è proprio qui che, incastonato in una selva di alberi secolari, si trova l’Eremo delle Carceri, uno dei luoghi più ricchi di memorie e suggestioni francescane.
Inoltre, è dallo stesso Subasio che proviene la particolare pietra rosa utilizzata fin dall’antichità per realizzare le abbazie, le chiese, i piccoli borghi fortificati della regione, oltre allo stesso Eremo e al centro storico di Assisi.
L’AREA PROTETTA
Con i suoi 1290 metri di altitudine, il monte domina tutte le colline e le valli circostanti.
Il parco è un’area naturale protetta regionale dal 1995 e si estende su circa 72 chilometri quadrati, nei comuni di Assisi, Spello, Valtopina e Nocera Umbra.
FLORA E FAUNA
Quest’area è più che protetta per flora e fauna, anche a livello europeo, considerando che sono presenti quattro Siti di interesse comunitario (Sic), definiti da una Direttiva europea (nota anche come Direttiva Habitat), finalizzata alla conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche.
Le quattro aree sono: il fiume Tescio, dove esiste notevole vegetazione sulle rive; i Colli Selvalonga, con estesi boschi di cerro e rovere; il monte Subasio, per due terzi occupato da prati formati dopo un taglio del bosco o altro; il Fosso dell’Eremo delle Carceri, con la sua lecceta secolare.
Qui si trovano molte specie animali di grande interesse, tra le quali il gambero di fiume, la rana appenninica, il falco pellegrino e il lupo.
Qui la caccia, bandita da alcuni decenni, aveva provocato l’estinzione di alcune specie e, più spesso, una forte riduzione del numero degli esemplari, ma oggi la situazione sta cambiando, favorita anche una nuova colonizzazione di starna, gatto selvatico, scoiattolo, colombaccio, pica, ghiandaia, oltre che di istrice, tasso, volpe, donnola, faina e cinghiale; fra i rapaci, soprattutto sul lato orientale, sono presenti la poiana, l’astore, l’assiolo.
Quanto alla flora, il Subasio è coperto da boschi, prati e uliveti, distribuiti secondo tre grandi fasce: la prima caratterizzata da coltivazioni di olivi, nella zona più bassa del parco e fino a quota 600-700 metri; la seconda, intermedia, con boschi di latifoglie (faggio, lecci, cerri, querce, aceri montani, roverelle); nella terza, in alto, sono presenti boschi di pini, abeti e cedri, realizzati con rimboschimenti, oltre a pascoli montani con una diffusa presenza di ginestre, oltre ai fiori come narcisi, fiordalisi, orchidee, crochi, viole.
FENOMENI CARSICI
Tra le più importanti valenze ambientali si segnalano i Mortari, delle fosse chiamate così perchè assomigliano al mortaio da cucina, profondi circa 50 metri, con pareti abbastanza ripide e fondo arrotondato.
Altri fenomeni carsici sono: l’Orrido delle Carceri, che convoglia le acque di infiltrazione raccogliendole in una grande cavità sotterranea; il Bacino di Vallonica, originariamente chiuso, di forma ellittica; la grotta del Subasio, a 1050 metri di quota, un pozzo di 18 metri che porta a una cavità di circa 30 metri di profondità; il lago di monte Pietrolungo, una dolina a fondo piatto con un pozzo e acqua sul fondo.
FOSSE
Sono presenti anche numerose fosse: la Fossa Rotonda, una dolina complessa di forma ellittica, con un diametro di circa 100 metri e una profondità di 12 metri; la Fossa Cieca, del diametro di 17 metri; la Forra di Fosso Marchetto, gole suggestive scavate dalle acque del Fosso Marchetto.