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Chiaravalle – Abbazia di S. Maria di Chiaravalle in Castagnola
Archivio Fotografico Regione Marche
Una delle prime abbazie cistercensi in Italia, realizzata nel 1172, e notevole esempio di architettura cistercense, in particolare la chiesa, con tre navate, transetto e abside quadrata.
ORIGINI
La storia dell’abbazia risale a ben prima dell’arrivo dei cistercensi, al VII secolo, quando era un monastero benedettino che sembrerebbe sia stato costruito su un terreno donato al papa dalla regina longobarda Teodolinda.
I documenti la citano a partire dal Mille, così come i resti della chiesa originaria in stile romanico.
Distrutta nel 1126 dai Saraceni, viene ricostruita appunto da monaci cistercensi, provenienti forse dall’abbazia di Chiaravalle Milanese o da quella di Santa Maria di Lucedio a Vercelli.
I monaci riutilizzano i resti della precedente costruzione e bonificano la zona, mettono a coltura il terreno circostante, occupato allora da un fitto bosco detto “selva di castagnola”, un bosco rigoglioso che si estendeva in tutta la zona sud di Chiaravalle.
Nel 1172 l’abbazia è già completata e consacrata, come attesta una lapide conservata nell’edificio principale.
Un diploma di Federico I Barbarossa del 1177, inoltre, garantisce al monastero alcuni diritti sui territori circostanti.
Nel 1248 può contare su quaranta monaci, oltre a un numero ancora maggiore di conversi e novizi, a testimonianza della vasta estensione e dell’importanza del complesso monastico, tanto da diventare oggetto delle mire espansionistiche del libero comune di Jesi e in seguito anche di Ancona, che nel 1499 costringono i cistercensi ad abbandonare il monastero e a ritirarsi in Francia.
IL BORGO
Al loro posto si insediano i francescani, che vi rimangono fino al 1564, quando Papa Pio IV richiama i cistercensi, i quali però, essendo pochi, devono dare in affitto molte delle loro terre, favorendo così la nascita di un borgo attorno all’abbazia, la futura cittadina di Chiaravalle.
A questi monaci si deve anche coltivazione del tabacco, nel 1759, e la nascita di una Manifattura Tabacchi, scelta estrema fatta per risanare l’economia dell’abbazia, ormai in declino, ma che contribuisce anche alla crescita economica e urbanistica della cittadina di Chiaravalle.
Nel 1985 i cistercensi si ritirano definitivamente dall’abbazia, che passa sotto l’amministrazione della Diocesi di Senigallia.