La via della fede

Codex Purpureus e Museo Diocesano

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Codex Purpureus e Museo Diocesano


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Descrizione

Il Museo Diocesano di Rossano fu inaugurato nel 1952 per volere dell’arcivescovo Giovanni Rizzo e fu il primo Museo Diocesano ad essere istituito in Calabria.

Originariamente collocato all’interno di alcuni locali ricavati dalla sagrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita, nel 2000 Il Museo fu spostato in una nuova sede, composta da dieci sale espositive ubicate in un’ala del Palazzo Arcivescovile attiguo alla Cattedrale.

Il 3 luglio 2016 è stato inaugurato il nuovo Museo Diocesano e del Codex, caratterizzato da un moderno e innovativo percorso museale basato sulla distinzione di due principali sezioni,  una dedicata al Codex Purpureus, l’altra alla storia della diocesi e della città di Rossano nei secoli, attraverso l’esposizione, cronologica e tematica, delle opere più rappresentative che ancora oggi si conservano. Entrambi i percorsi sono arricchiti dalla presenza di supporti multimediali e applicazioni virtuali, che permettono al visitatore di poter fruire di approfondimenti sul Codex e sulle altre opere d’arte presenti nel museo, tramite l’utilizzo di touch-screen e schermi video con contenuti didattici e curiosità riguardo alla storia e alle opere dell’intera diocesi. 

Il Codex Purpureus Rossanensis è l’opera più preziosa custodita nel Museo Diocesano e del Codex di Rossano. Il 9 Ottobre 2015 il Codex è stato riconosciuto dall’Unesco di Parigi Patrimonio Universale dell’Umanità, nella categoria “Memory of the World”.

Si tratta di un evangeliario greco miniato che contiene l’intero Vangelo di Matteo, quasi tutto quello di Marco, e  una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli stessi. É costituito da 188 fogli di finissima pergamena purpurea. In origine doveva certamente comprendere tutti e quattro i Vangeli, in uno o due volumi, preceduti ciascuno dall’indice dei capitula.

La scrittura utilizzata è la maiuscola biblica, il testo è distribuito su due colonne di venti righe, di cui le prima tre che costituiscono l’incipit dei Vangeli sono vergate con  inchiostro d’oro, mentre le altre sono in argento. Le miniature conservate nel codice di Rossano sono quindici. Di esse, dodici raffigurano eventi della vita di Cristo, una fa da titolo alle tavole dei canoni andate perdute, una costituisce la cornice alla lettera di Eusebio a Carpiano e l’ultima è un ritratto di Marco, che occupa l’intera pagina. 

Il Codice è stato realizzato in uno dei centri di attività scrittoria di matrice bizantina, riconosciuto dalla maggior parte degli studiosi in Antiochia di Siria. La sua datazione è circoscritta tra il V e il VI secolo dai maggiori storici dell’arte bizantini e dai paleografi. Non si conosce con precisione il motivo del suo arrivo a Rossano, probabilmente durante la diffusione del bizantinismo in Calabria e nel Mezzogiorno, legata alla espansione del monachesimo. Esso sarebbe giunto nella città nell’VIII secolo sull’onda delle trasmigrazioni dei monaci iconoduli, da Costantinopoli o dall’Egitto e dal Nord Africa islamizzato. Il Codice è documentato con sicurezza a Rossano solo a partire dal 1831, precisamente dall’anno segnato sulle annotazioni a penna di Scipione Camporota degli indici cartacei a esso acclusi, quindi poco tempo avanti la sua prima citazione da parte di Cesare Malpica (1845) e della presentazione alla comunità scientifica a opera degli studiosi tedeschi Adolf von Harnack e Oscar von Gebhardt (1883). 

La collezione museale comprende, inoltre, importanti opere d’arte tra cui spiccano: un Specchio Greco in bronzo, datato al V secolo a. C; un imponente busto argenteo raffigurante l’Achiropita, la Madonna tanto venerata nella città di Rossano; una icona post-bizantina raffigurante la Pietà, realizzata nel 1499 dall’artista cretese Andrea Pavias; una preziosa miniatura su pergamena con il  Matrimonio mistico di Santa Caterina, eseguita da un miniatore tosco- romano tra il XVI e il XVII secolo; l’ostensorio architettonico noto come Sfera greca; preziosa suppellettile e paramenti liturgici, antiche pergamene e codici musicali.

Dettagli

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