HOME / ITINERARI / LE STRADE DI FRANCESCO /LA VIA DEI PARCHI/ CONERO – GROTTE E MINIERE
Conero – Grotte e miniere
Archivio fotografico Conero associaz
La complessa storia geologica del monte Conero, rilievo calcareo emerso dal mare tra i 25 e i 7 milioni di anni fa, ha da sempre catturato l’attenzione di studiosi ed appassionati, e interessanti sono le tante grotte presenti.
GROTTE ROMANE
Le cosiddette Grotte romane del Parco sono delle cave di pietra scavate nella roccia, probabilmente in epoca imperiale, scoperte nel 1921.
Si trovano a metà strada tra Poggio e Massignano, raggiungibili attraverso il sentiero 307, di difficoltà intermedia, che parte dopo il campo sportivo del Poggio e prosegue sulla strada provinciale del Conero, verso Sirolo, per poi prendere un sentiero che sale al lato di un vallone, fino a una vecchia cava ormai nascosta dal fitto della vegetazione e infine un piccolo sentiero in salita che attraversa un fitto bosco.
Nelle grotte si possono ancora riconoscere i segni degli scalpelli e dei picconi sulle sue pareti; sono state ritrovate anche delle scritte in greco, che secondo alcuni studi potevano essere indicazioni del cantiere o della costruzione a cui il blocco di pietra era destinato.
La grotta termina in un piccolo ambiente dove sono state ritrovate alcune scritte lasciate dai partigiani durante la seconda guerra mondiale.
GROTTA DEL MORTAROLO
Grande grotta naturale, di un unico ambiente, con aperture verso l’esterno, utilizzato da eremiti, con un rudimentale altare scavato nella roccia; esternamente, nella roccia della parte superiore della grotta, è stata incisa una croce, oggi nascosta dalla fitta vegetazione.
E’ un luogo isolato, facilmente raggiungibile attraverso il sentiero 301c.
Una leggenda è legata ad alcuni sassi disposti in modo da formare la figura di un uomo sdraiato, che se spostati, nell’arco di una notte tornano nell’originaria posizione.
INCISIONI RUPESTRI
Nel Parco sono state ritrovate delle incisioni rupestri, su un lastrone di pietra di circa 70 metri quadri, poco distante da Pian dei Raggetti, raggiungibile attraverso il facile sentiero 301b, attraverso un’ampia stradina all’interno del bosco.
Le incisioni sono formate da canaletti rettilinei e circolari, e si aggiungono a buche e coppelle (piccoli incavi rotondi), in parte collegate da canalette.
Si ritiene che siano le più antiche raffigurazioni preistoriche di tutto il territorio marchigiano, databili tra il 10 mila e il7 mila a.C.
Non è chiara la loro funzione, ma esistono delle similitudini con altri ritrovamenti di questo tipo in Italia e nel Mondo.
Secondo alcuni studi, potrebbe trattarsi di un antichissimo altare, dove si compivano riti sacrificali, con il sangue che, scorrendo sulla pietra, indicava il destino delle genti.