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Da Montjovet a Sanit Pierre: viaggio lungo le strade Anas della Valle d’Aosta

Da Montjovet a Sanit Pierre: viaggio lungo le strade Anas della Valle d’Aosta

Le Strade del Cuore di Anas: la pedalata slow tra le gole della roccia. Itinerario da Montjovet a Saint Pierre lungo la SS26 “della Valle d’Aosta”

Viaggio lungo le strade Anas della Valle d’Aosta

La pedalata slow tra le gole della roccia: SS 26 della Valle d’Aosta da Montjovet a Saint Pierre

Viaggio lungo le strade Anas della Valle d'Aosta

Castello di Ussel

Viaggio lungo le strade Anas della Valle d'Aosta

SS26 della Valle d’Aosta

La pace che la montagna riesce a regalare comincia quando scendiamo nella piccolissima stazione di Chàtillon, una graziosa casetta gialla affacciata a due binari, uno di scambio e uno di corsa. I cartelli in francese e in italiano la dicono giù lunga sulle scelte identitarie della Valle d’Aosta, con un piede in Italia e lo sguardo rivolto ai cugini d’Oltralpe. C’è chi porta con sè gli sci, pronto a raggiungere una delle tante località vicine; chi arriva con lo zaino carico e gli scarponi ai piedi per camminare in quota e chi scarica facilmente la bici, come facciamo noi, pronti a esplorare questo fondovalle ancora poco conosciuto rispetto ai grandi nomi delle stazioni alpine più conosciute. Eppure è qui, in questi piccoli villaggi che hanno fatto la storia della Valle, che si nascondono tradizioni tra le più forti. La strada che decidiamo di affrontare su due ruote, ma in una sorta di slow pedalata per gustarci ogni attimo di questo percorso, è la strada statale 26 nel suo tratto valdostano compreso fra Montjovet e Saint Pierre e che, nella sua interezza, collega il Piemonte alla Francia, passando per la Valle d’Aosta.

Viaggio lungo le strade Anas della Valle d'Aosta

Scorcio alpino nei pressi di Fenis

Non abbiamo avuto bisogno di affrontare una preparazione atletica da gara prima d’inforcare le bici; il percorso non è difficile ed è quasi completamente pianeggiante, senza eccessivi dislivelli altimetrici se escludiamo la breve salita della Mongiovetta che porta a Saint Vincent e nota come la più ripida fra Aosta e Ivrea.

Un po’ per prendere fiato, un po’ per scattare qualche foto, ci fermiamo spesso negli slarghi che la strada concede per ammirare le gole scavate nella roccia e viste dall’alto. La nostra pedalata era partita da Montjovet, centro di origini romane: qui scorrono la Dora Baltea e la ferrovia, e questo tratto di strada appartiene alla via Francigena che collega Point Saint Martin al Colle del Gran San Bernardo. Accanto alla Dora si trova il Bourg che raggiungiamo per ammirare i resti di uno dei centri medioevali più importanti della Valle. Dobbiamo fare attenzione alla strada perché lo sguardo si poserebbe unicamente sulle belle case affrescate e con le finestre ad arco. Rallentando la pedalata si possono notare sulle facciate di alcune abitazioni le “targhe incendio”, delle targhe in ferro realizzate dalle Assicurazioni Generali di Venezia che, in epoche in cui tutto ciò non era la normalità, garantivano la protezione della casa contro il fuoco. Usciti dal centro abitato serve fere attenzione perché la strada è piuttosto trafficata.

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Aosta, teatro romano

Usciti dal centro abitato serve fare attenzione perché la strada è piuttosto trafficata. In particolare occorre evitare l’attraversamento di due gallerie fra Saint Vincent e Chàtillon privilegiando l’ingresso nei paesi. Così facciamo noi. Inoltre la giornata è particolarmente ventosa, come accade spesso nel fondovalle e le abitazioni ci proteggono un po’ dall’aria che ogni tanto disturba la pedalata. Raggiunta Saint Vincent, chiamata anche la “Riviera delle Alpi” per la sua posizione geografica quasi a terrazza sulle grandi vette, facciamo una deviazione per vedere i resti del ponte romano e la magnifica chiesa romanica di San Vincenzo di Saragozza. Sarà facile riconoscere l’ingresso a Chàtillon. Questo centro, un tempo, era il più importante della Valle ed ecco perché ancora oggi conserva castelli e torri. Ahimè, non siamo capitati qui nell’ultimo fine settimana di ottobre quando si festeggia la mela, uno dei frutti principe della valle. Arrivati a questo punto del percorso si può decidere di proseguire sulla Statale 26, o in alternativa, scegliere l’itinerario ciclo-pedonale Velodoire percorribile fino a La Sale. Vélo Doire è un “percorso promiscuo” sulle rive della Dora, per pedoni, ciclisti e conduttori di monopattini, pattini a rotelle, rollerblade e tavole, aperto al pubblico dal 15 marzo al 15 novembre. Il tracciato è lungo 22 chilometri ed è sempre segnalato in maniera ottimale e sono anche presenti indicazioni su cosa visitare e sulle bellezze artistiche e naturali dei paesi limitrofi. La pista è separata dalla vegetazione da un bordo di ghiaia, è quasi interamente asfaltata e senza alcun pericolo. La nostra pedalata avviene in una giornata celeste, ma invernale e quindi, non avendo Vélo Doire aperta, torniamo sulla statale. Acceleriamo la pedalata per arrivare a Chambave, terra del famoso moscato, vino capace di allietare fin dal Trecento. Fenis ci accoglie con il suo castello insolitamente posizionato su un poggio, senza difese naturali; ancora qualche chilometro ed ecco Nus.

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Aosta

La natura trionfa con la profonda gola che conduce alla valle di Saint-Barthélemy, i castagneti, gli alberi da frutta in fiore, prati e vigneti dai quali nasce il vien de Nus. Il capoluogo regionale è vicinissimo. Decidiamo di fere una piccola deviazione e di entrare ad Aosta città. L’impronta dei grandi Romani è ovunque: la città conserva gran parte della cinta muraria originaria e una prestigiosa area archeologica compresa tra la Porta Praetoria, maestoso ingresso alla città perfettamente conservato, e il Teatro romano che, con la sua monumentale facciata, rappresenta una delle più significative testimonianze dell’epoca. Parcheggiamo la bicicletta per avere la possibilità di visitare la Collegiata di Sant’Orso con i suoi magnifici mosaici pavimentali e il Museo Archeologico Regionale insieme all’area megalitica di Aosta, una delle più importanti d’Europa. La città è collegata a Pila da una telecabina proprio accanto alla stazione dei treni. Ai 1800 metri dell’alpe baciata da sole si scia, si ciaspola e, quando non c’è la neve si pedala nel Bike Stadium. Sono una decina i tracciati che compongono il Bike stadium e includono la discesa free ride Pila Aosta che, con i due tracciati che si trovano a monte di essa, formano il bellissimo percorso della “Desarpa Bike”: complessivi 15 chilometri e 2.200 metri di dislivello che permettono di partire da quota 2.705 metri e arrivare 15 km sotto fino ad Aosta. È tempo di proseguire perché uno dei momenti più suggestivi in valle, è vicino. Il sole sta per tramontare e, da queste parti, nel tardo pomeriggio, in prossimità di Saint Marcel, si alza una brezza lieve, leggera che porta con sè il profumo delle montagne e delle stagioni. La strada è quasi al termine e Saint Pierre ci accoglie con il fiabesco castello illuminato dalle prime luci della sera.

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Saint-Pierre

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Maurice Garin

LA REGIONE CHE AMA LA BICI

Voglia di velocità? Emozioni forti? Percorsi immersi nella natura o semplicemente lo scorrere lento con lo sguardo catturato dalla bellezza delle alte vette o dal verde dei boschi. Ce n’è per tutti i gusti: chilometri e chilometri di ciclismo su strada, oltre mille chilometri di sterrati per percorsi in Mountain Bike, spettacolari downhill e freeride sono solo alcune delle possibilità che la Val d’Aosta offre a chi ama le due ruote. D’altra parte come può non amare I ciclisti la regione che ha visto nascere Maurice Garin, il primo vincitore del Giro di Francia, di professione spazzacamino, e uno dei primi campionissimi di ciclismo, avendo vinto anche Parigi-Roubaix (2 volte), la Parigi-Brest-Parigi e la Bordeaux-Parigi. Garin vinse il Tour percorrendo in poco più di 93 ore 2.428 km con un distacco di ben tre ore sul secondo classificato.

Viaggio lungo le strade Anas della Valle d'AostaLE “SCORTE ALIMENTARI”

Serve “benzina” per le nostre gambe, ma la regola d’oro è quella di non appesantirsi, altrimenti invece del carburante avremo una zavorra. Dunque, scegliere il cibo in base agli elementi che garantisce, in maniera mirata. È il caso delle banane, che grazie all’alto contenuto di potassio aiutano i muscoli nel loro corretto funzionamento e sono un alleato fondamentale contro I crampi. Restando sulla frutta, sicuramente consigliate le mele, ma anche la frutta secca, dalle noci alle bacche di goji fino all’uva sultanina. E ancora, zuccheri, con bustine di miele da tenere sempre a portata di mano. Infine, restando sul filone del “leggero ma sostanzioso”, soprattutto in inverno si può unire l’utile al goloso con il cioccolato.

Elena Caccia

Da Le Guide di Repubblica “Italia in Bici. Alla scoperta dei tesori nascosti” – 2021

 

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