Da Ravenna a Cattolica: viaggio lungo le strade Anas dell’Emilia Romagna
Le Strade del Cuore di Anas: Seguendo Dante ma anche Bartali. Da Ravenna a Cattolica lungo la SS 16 “Adriatica”
Viaggio lungo le strade Anas dell’Emilia Romagna
Seguendo Dante ma anche Bartoli. SS16 Adriatica: da Ravenna a Cattolica

SS 16 Adriatica
Ravenna, la capitale dell’Impero romano d’Occidente, del Regno ostrogoto e poi dell’Esarcato bizantino. Ravenna patrimonio Unesco dell’umanità dal 1996 grazie ai suoi monumenti paleocristiani e custode delle spoglie del sommo poeta Dante Alighieri. Città di cultura e di mare dal glorioso passato le cui tracce che conserva ben visibili sono vere e proprie perle. A cominciare dalla basilica di San Francesco, dove sono custodite le spoglie di Dante, nel mausoleo di stile neoclassico, costruita nel 1781 da Camillo Morigia a forma di tempietto arricchito dal 1483 da un bassorilievo di Pietro Lombardo con la figura del poeta visto di profilo. A lui, per i 700 anni, è stata dedicata la prima edizione del Giro di Romagna per Dante Alighieri, riservata a under 23 ed elite che ha toccato tutte le città della regione in cui Alighieri ha fatto tappa.

Rimini, veduta del litorale
A maggio, invece, da Reda di Ravenna parte l’ormai tradizionale Coppa Caduti, valida anche per il Giro di Romagna. La basilica è altrettanto nota per i suoi mosaici. Mosaici che sono il tratto distintivo degli 8 monumenti grazie ai quali la città ha ottenuto il riconoscimento Unesco. Il più antico di questi è il mausoleo di Galla Placida, risale al V secolo. Alla stessa epoca del mausoleo risale il battistero Neoniano o battistero degli ortodossi. Il re ostrogoto Teodorico, dopo la caduta dell ’impero romano, volle caratterizzare la sua capitale con edifici pubblici e di culto a lui legati. Vennero così realizzati, oltre al palazzo reale, il battistero degli Ariani e la basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Sul finire del V secolo, Teodorico fece costruire la cappella Arcivescovile, unico monumento ortodosso del suo periodo. Il mausoleo di Teodorico è il solo monumento funerario di un re barbarico del VI secolo ancora conservato. E’ ravvenate il ciclista e dirigente Franco Giusti, fino a 70 anni in sella nelle competizioni dilettantistiche di categoria.

Mosaici della Basilica di San Vitale a Ravenna
La strada statale 16 Adriatica da Ravenna permette di raggiungere la Riviera in un percorso facilmente percorribile anche in bicicletta, con un dislivello praticamente impercettibile e lo sguardo rivolto all’Adriatico. Ancora testimonianze del glorioso passato di Ravenna nel sito archeologico del porto di Lido di Classe, uno dei più importanti scali del VI secolo. Fu Augusto a volerlo nel 27 a.C. con l’iniziale obiettivo di ospitare la flotta militare che doveva controllare il Mediterraneo orientale. Risale al VI secolo la basilica di Sant’Apollinare in Classe. Il fiume Savio separa Lido di Classe da Lido di Savio, mentre il canale Cupa separa la località dalla più mondana Milano Marittima. La sua origine si colloca agli inizi del Novecento, quando gli imprenditori milanesi Maffei ottennero dal Comune di Cervia la concessione di una zona di litorale in quel momento abbandonato per costruire villini, parchi e giardini in una nuova area balneare. Da qui il nome Milano Marittima. Grazie a questo insediamento, ispirato alla filosofia delle città-giardino, Cervia ottenne, nel 1927, la definizione di “stazione di cura, soggiorno e turismo”.

Ravenna, Piazza del Popolo
Milano Marittima, Cervia, ma anche Pinarella e Tagliata sono “avvolte” da una pineta di circa 260 ettari, caratteristica di queste zone al pari di quella di Classe. La pineta, fino a tempi relativamente recenti, iniziava subito dopo la chiesa di Sant’Antonio di Cervia con il vicino convento dei Frati Minori Osservanti, appena dopo il porto canale. L’area del porto è caratterizzare dal piazzale dei Salinari con la fontana del “Tappeto sospeso” di Tonino Guerra, e oltre la Torre San Michele e il Musa, il Museo dedicato al famoso Sale di Cervia. Proviene dalle saline che dal 1979 sono riserva naturale. La loro origine, secondo alcuni storici, risalirebbero alla civiltà etrusca.

Tramonto alle Saline di Cervia
Le prime estrazioni vengono collocate circa 2000 anni fa, il sale era la merce maggiormente commerciata. All’interno del parco si trova lo stabilimento di produzione del sale a raccolta industriale e l’antica Salina Camillone dove si continua a lavorare con il “metodo cervese”. Nei pressi delle saline, si trovano le terme che utilizzano l’acqua salata per la cura di malattie articolari e respiratorie. Tra Cervia e Cesenatico ci sono circa 11 chilometri da percorre sull’Adriatica. Cesenatico è la patria di Marco Pantani, il pirata che ha fatto sognare gli appassionati della bicicletta. Cesenatico nacque per volontà di Cesena che voleva dotarsi di un porto. Nel 1302 iniziarono i lavori per l’edificazione di una fortezza in riva al mare, contro la quale si mosse l’esercito di Federico da Montefeltro. Interrotto il tentativo, fu ripreso e concluso nel 1314. Il porto di Cesena prese il nome di Cesenatico. Come Cervia, anche Cesenatico mosse alla fine dell’ottocento i primi passi in direzione del turismo. Nel 1865 vennero costruiti i primi capanni sull’arenile, nel 1878 fu inaugurato il primo stabilimento balneare. E del 1929 il Grand Hotel. Durante la Seconda guerra mondiale i tedeschi fecero saltare in area la rocca malatestiana, cancellando l’ultima testimonianza della fondazione della città.

Cervia, le saline
A settembre si corre la tradizionale Nove Colli, dal mare alle colline e, da due anni, la Granfondo “Marco Pantani”, con tre percorsi celebrativi per diverse lunghezze. Superando Gatteo a Mare e Santarcangelo di Romagna, ecco la Rimini di Federico Fellini. Fondata di romani nel 268 a.C. conserva tracce importanti del suo passato imperiale e della successiva fortuna in epoca rinascimentale quando fu. feudo dei Malatesta. L’insediamento romano fu fondato alla foce dell’Ariminus, il Marecchia, in una zona già abitata da Umbri ed Etruschi. Fu un fondamentale punto di snodo viario con la Via Flaminia, la Via Emilia e la Via Popilia-Annia e con il suo porto, a difesa dell’alto Adriatico. Nel 49 a.C., dopo il passaggio del Rubicone, proprio nel foro di Rimini, Giulio Cesare pronunciò la celebre frase “Alea iacta est”. Con gli imperatori Augusto, Tiberio e Adriano, vennero realizzati l’Arco d’Augusto, il Ponte di Tiberio, il teatro e l’anfiteatro.
Tra gli edifici religiosi di rilievo la chiesa gotica di San Francesco, trasformata nella prima metà del XV secolo da Sigismondo Pandolfo Malatesta nel Tempio Malatestiano, su progetto di Leon Battista Alberti. Sui colli intorno alla città si trovano la chiesa di San Fortunato, la chiesa della Madonna delle Grazie e la pieve di San Lorenzo in Monte, con resti dì un tempio romano. In piazza Cavour, secondo testimonianze storiche, si trovava una delle tre sinagoghe della città di cui non c’è più traccia. Nella stessa piazza, i palazzi dell’Arengo e del Podestà e la fontana della Pigna. Castel Sismondo, voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta, è l’apice della cinta muraria. A Rimini è Partivo della Strade Bianche di Romagna (Mondaino-Rimini) organizzata dalla Nuova Ciclistica Placci 2013. Tra Rimini e Riccione si alternano le tappe della Settimana internazionale “Coppi e Bartali”. E un comune autonomo dal 1922 Riccione, un tempo frazione di Rimini. Anche per Riccione l’origine è romana e come Rimini la posizione centrale rispetto alle principali vie di comunicazione ne ha fatto la fortuna. Il primo nucleo abitativo si collocherebbe nel quartiere di San Lorenzo, non lontano dal ponte sul rio Melo. In epoca malatestiana, a Riccione si stabilirono i toscani Agolanti, i cui resti del castello si trovano sulle colline cittadine. La località, nell’Ottocento, fu coinvolta dall’orientamento turistico di tutta l’area.

Rimini, Piazza Cavour
La pedalata finisce a Cattolica, una manciata di chilometri dopo. Di Cattolica, il primo riferimento scritto risale all’Vili secolo, fa riferimento alla cessione dei territori da parte di Pipino il Breve. Altri documenti parlano di un castello, di cui sono rimasti ruderi sul Monte Vici. Nel 1271, c’è, invece, testimonianza dell’insediamento Catholica sulla via Flaminia. Dante ne parla nel canto 28 dell’inferno. Nel XV secolo è stazione di posta e luogo di ristoro per i viandanti. E del 1584 l’Ospitale dei Pellegrini che oggi ospita il Museo della Regione dove sono conservati i principali reperti del territorio.

Spiaggia di Cesenatico
Al suo fianco l’oratorio di Santa Croce. Risale al 1313 la chiesa di Sant’Apollinare che conserva una tela con Gesù Crocifisso, esempio del barocco nella Valconca. I Malatesta realizzano una rocca difensiva. Come le cittadine vicine, alla fine dell’ottocento diventa luogo di soggiorno estivo e di colonie. Di quel periodo è testimonianza Le Navi, in stile futuristico, oggi acquario. Di sicura suggestione le grotte e le strutture sotterranee realizzate tra XVI e XIX secolo. Tra le più interessanti la grotta Paparoni. Per raggiungere l’itinerario in treno si possono utilizzare le stazioni di Ravenna, Classe, Lido di Classe-Lido di Savio, Cervia-Milano Marittima, Cesenatico, Gatteo a Mare, Bellaria, Igea Marina, Rimini Torre Pedrera, Rimini Viserba, Rimini Fiera, Rimini, Rimini Miramare, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica-S.Giovanni-Gabicce.

Marco Pantani
LA LEGGENDA DEL PIRATA
A Cesenatico, nella città natale di Marco Pantani, nei pressi della stazione, si trova lo Spazio Pantani, dedicato al campione romagnolo. Il museo permette di ripercorrere la carriera del “Pirata” attraverso l’esposizione di foto, cimeli e materiali audiovisivi (www. pantani.it). Sul lungomare, una statua raffigura Pantani in sella a una bicicletta. La scultura, realizzata a grandezza naturale dall’artista Emanuela Pierantozzi nel 2005, si trova in viale Carducci.
CARTINA O GPS: CONSULTARE UNA MAPPA IN SICUREZZA
Che utilizziate la tecnologia del ciclocomputer o del cellulare per tratteggiare il percorso oppure siate fedelmente attaccati alle vecchie cartine da dispiegare, il consiglio è di essere prudenti. Anche se siete (o vi sentite) molto esperti, il miglior sistema per consultare il device o la mappa cartacea è di fermarsi a lato strada e fare le operazioni con calma e in sicurezza. Certo, perderete qualche prezioso minuto, ma visto che non state disputando alcuna gara, è preferibile non correre inutili rischi. Se proprio non potete farne a meno, allora, nel caso di una consultazione tecnologica, il consiglio è di farlo pedalando non completamente sul lato destro della strada, dove potrebbero esserci tombini o buche, e non perdendo di vista la strada.
Luca Fiorucci
Da Le Guide di Repubblica “Italia in Bici. Alla scoperta dei tesori nascosti” – 2021
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