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Eboli e Carlo Levi
Descrizione
Risale al 3 Agosto 1935 l’incontro di Carlo Levi con la cittadina di Eboli. Un incontro del tutto casuale, in un momento abbastanza difficile della vita dello scrittore. Colpito da un mandato di arresto nel marzo 1934, per paventata attività antifascista, poi rilasciato, il 15 maggio 1935 su segnalazione dello scrittore fascista Dino Segre, venne arrestato, per la seconda volta e condannato al confino nel paese di Grassano, in Basilicata, prima, ad Alian, in provincia di Matera, subito dopo. Un incontro destinato a lasciare un segno indelebile, nella sua vita.
“Cristo è sceso nell’inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell’eternità. Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli.”
Nasceva “Cristo si è fermato ad Eboli”, la sua opera letteraria scritta nel 1943, anni dopo l’esperienza ed edita da Einaudi nel 1945.

Eboli, rappresentava il luogo di “commiato dalla civiltà contemporanea”, il luogo in cui si fermavano le strade, le ferrovie e, con esse, le speranze di futuro e di progresso. Un inno al riscatto dalle condizioni di arretratezza e di disuguaglianza, un grido accorato, affidato alle storie, intessuto di emozioni, illuminato da sopite speranze.
Nel 1979 veniva realizzato, per il cinema e la televisione, l’omonimo film con la regia di Francesco Rosi, interpretato da Gian Maria Volontè ed Irene Papas.

E ritornava, ad Eboli. Negli anni successivi e con uno stato d’animo diverso, filtrato dal tempo e dalla ragione, ma sempre caratterizzato da indelebili ricordi, profonda gratitudine al territorio per cui provava sempre, in maniera intensa, sincera e genuina passione, un amore senza misura. Era il 1960.


“Nulla poteva essermi più gradito che essere vostro cittadino”, scriveva lo scrittore al Sindaco di Eboli Carmelo Conte, il 25 dicembre 1972, in risposta alla lettera di conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Eboli.
“Lo sono sempre stato, con l’animo, il pensiero, il sentimento fin dai tempi lontani in cui ho ritrovato, attraverso una esperienza di vita, nel popolo del Mezzogiorno, i valori più pregnanti dell’uomo.”


Carlo Levi, per espressa volontà testamentaria, chiese l’ultimo passaggio da Eboli, prima della sepoltura nel comune di Aliano.E’ forte, ancora oggi, la testimonianza di un filo indissolubile tra lo scrittore di origine torinese, vissuto a Roma, e quel Sud tanto amato di cui invocò il riscatto. Oltre i confini del tempo, oltre il divario Nord/Sud, oltre ogni barriera culturale ed umana .
In nome del futuro, della libertà e del progresso umano e sociale.
