HOME / ITINERARI / LA STRADA DEGLI SCRITTORI / LA VIA DELLA STORIA / GROTTA DI FRA’ DIEGO LA MATINA
Grotta di Fra’ Diego La Matina
Racalmuto
«Si rifugiò nella campagna di Racalmuto: nella contrada e nella grotta che portano ancora oggi il suo nome. Una grotta la cui bocca si apre su una parete rocciosa difficilmente scalabile: e sembra assicuri imprendibile posizione». Le parole di Sciascia si ritrovano nel racconto “Morte dell’inquisitore” dedicato alla vita del famoso empio Fra Diego La Matina, monaco vissuto nel Seicento e bruciato al rogo dall’Inquisizione nel 1658 a Palermo per le sue eresie e per aver ucciso, durante un interrogatorio, l’inquisitore spagnolo Juan López De Cisneros.
Diego La Matina – a cui Racalmuto ha intitolato la strada di fronte la sede della Fondazione Sciascia – afferma: «la dignità e l’onore dell’uomo, la forza del pensiero, la tenacia della volontà, la vittoria della libertà».
Della vita e dell’eresia di Fra Diego scrisse anche il romanziere William Galt nel romanzo popolare pubblicato a puntate nei primi anni Venti del Novecento sul Giornale di Sicilia.
La grotta, in cui il frate agostiniano trovò rifugio, si trova alle pendici del monte Castelluccio, tra Racalmuto e Montedoro, ed è circondata da promontori di gesso, sale e zolfo e residui archeologici risalenti ai tempi dei Sicani. «Da brigante – scrive Matteo Collura in un libro dedicato ai luoghi dell’Isola poco conosciuti – secondo la credenza popolare (una credenza che ancora oggi persiste), fra Diego si servì della grotta per nascondere ciò che depredava».