La via dei Borghi

Il borgo di Sassoferrato

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Il borgo di Sassoferrato

52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (2)

© Igor Guerrini

52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (3)

© Igor Guerrini

52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (4)

© Igor Guerrini

52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (5)

© Igor Guerrini

52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (6)
52 Sassoferrato, veduta del borgo®Comune Sassoferrato©Igor Guerrini (1)

© Igor Guerrini

052 Sassoferrato, Vicolo Frasconi®Comune Sassoferrato©Gizio Maiolatesi (2)

© Gizio Maiolatesi

052 Sassoferrato, Vicolo Santa Chiara®Comune Sassoferrato©Dino Ruzziconi (2)

© Dino Ruzziconi

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Luogo che affonda le sue radici nella storia dei popoli italici e poi di Roma, che qui li sconfisse nel 295 a.C. e ha lasciato tracce importanti con la città di Sentinum, i cui resti sono ancora visibili poco a sud.

LE ORIGINI ROMANE
Sentinum scompare tra l’VIII e il X secolo, abbandonata dagli abitanti, decimati dalla fame e dalla peste e incapaci di difendersi dalle irruzioni dei barbari; prima ancora, nel 552 d.C., l’area è stata teatro di una battaglia epica durante la Guerra Gotica, tra i Bizantini del generale Narsete, inviato dall’Imperatore Giustiniano I a riconquistare l’Italia, e i Goti di Totila, che rimane ferito gravemente per poi morire fuggitivo in Umbria.
Alcuni toponimi ricordano ancora oggi la battaglia: Sanguerone, fiume che attraversa la zona, affluente del Sentino, tinto dal sangue dei caduti; Camporé, l’accampamento di Totila ora diventato cimitero; Colcanino, dal tardo latino Collis accanitus, dove la battaglia è stata più cruenta; Monterosso, per il sangue sparso sui suoi versanti; Valitosa, da Valle d’ossa, luogo di sepoltura dei caduti.
Durante l’aratura dei campi si sono spesso trovati reperti e manufatti riferibili alla battaglia, come armi, finimenti di cavallo, pezzi di armature ecc.

RINASCITA SU UN’ALTURA
La città di Sentinum rivive in parte su di un’altura poco distante, ma prende forma solo centinaia di anni dopo, intorno al 1150, quando un conte di nome Atto fonda un castello, a cui dà il nome di Castrum Saxum Ferratum, ossia “sasso cinto dal ferro”, Sassoferato appunto, forse per evidenziare la potenza e l’indistruttibilità della costruzione.
Attorno cresce il borgo, costruito anche con materiale preso dalla vecchia città romana; la fisionomia di città fortificata risale probabilmente al 1460, quando Sassoferato diventa Libero comune, emancipandosi definitivamente dal dominio dei Conti Atti.

IL BORGO
Urbanisticamente si articola in due parti, entrambe di epoca medioevale: il rione Borgo, a circa 310 metri di quota, e il rione Castello, poco più in alto, a circa 400 metri, che è il più antico e rappresenta il nucleo dell’insediamento alto-medioevale
Su tutto svetta la maestosa rocca Albornoz, costruita nel 1365 da Egidio Albornoz, cardinale spagnolo e legato papale, con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati alla famiglia degli Atti.

ARTE E ARCHITETTURA
In generale la città vanta molti tesori d’arte e beni culturali; i musei e le raccolte d’arte raccontano la storia, la capacità creativa e le tradizioni di una città fortemente ancorata alle radici e ai valori dell’entroterra marchigiano, così ricco e vitale sotto il profilo culturale.
Dal punto di vista religioso il Medioevo è rappresentato in primo luogo dalla abbazia di Santa Croce, una delle più interessanti testimonianze di architettura romanica delle Marche.
Altrettanto interessanti sono le tracce del passaggio dei Cavalieri Templari, all’interno di diversi luoghi sacri, ad esempio molte delle loro tipiche croci patenti, a bracci uguali le cui estremità si espandono verso l’esterno, che lasciano presagire il loro passaggio.
Particolare è il Museo della miniera di zolfo, nella frazione di Cabernardi, che illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa: l’attività di estrazione in funzione commerciale inizia nel 1888, sotto la Direzione della Società Solfifera Italia e si conclude tra il 1950-1960, con conseguenze disastrose per l’economia del luogo e per gli aspetti demografici del territorio, che vede un progressivo spopolamento.

Dettagli

ITINERARIO:
La via dei Borghi

COME ARRIVARE:
Uscita Genga, da Ancona Uscita Campodiegoli, da Perugia

Punto IAT Sassoferrato Piazza Matteotti 5

CONTATTI:
Telefono: 0732 956257 / 333 7301732 / 333 7300890
Email: iat.sassoferrato@happennines.it
Sito web: www.sassoferratoturismo.it