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Il borgo di Staffolo
Archivio fotografico Regione Marche
Un nucleo antico di impianto medioevale, dalla forma quasi circolare, cinto da mura, in parte originali, sulle quali spicca, ancora intatto, un torrione semicircolare, detto dell’Albornoz.
LE ORIGINI
Staffolo, Bandiera Arancione del Touring Club, si trova in cima a un colle a 442 metri di altezza sul livello del mare, a cavallo delle valli del Musone e dell’Esino, in ottima posizione sulla bella e fertile valle dell’Esino, tanto da meritare l’appellativo di Balcone della Vallesina.
Le sue origini sono antiche, confermate da numerosi reperti archeologici risalenti al paleolitico, e alle civiltà picena, umbro-etrusca e romana.
Il sito attuale nasce su un precedente insediamento rurale romano (pagus), come testimoniano varie iscrizioni ritrovate in loco.
In epoca longobarda prende il nome di Staffil, dal tedesco stab = bastone, forse palo di confine oppure avamposto militare, a rimarcare la linea della frontiera storica fra i territori del nord – già occupati dagli Umbri, in seguito dai Senoni poi annessi nella VI Regio romana e infine inglobati dai Bizantini nella Pentapoli annonaria – e del sud, posseduti dai Piceni, poi annessi nella V Regio romana per far parte poi del Ducato di Spoleto.
I documenti lo citano per la prima volta nel 1078, quando risulta essere perte della diocesi di Nocera, nel Ducato di Spoleto. Il castello sembra risalga al 1030, insieme alle mura del villaggio, costruite da una signoria locale – i Cima – che qui rimane per circa quattro secoli, intervallata da lunghi periodi in cui il paese diventa libero comune.
ARTE E TRADIZIONI
In alcuni ambienti ricavati dalla cinta muraria è ospitato il museo del Vino e dell’Arte contadina con annessa Enoteca, che conserva gli strumenti tradizionali delle cantine di Staffolo, tra cui un torchio in legno di quercia per la spremitura delle uve risalente al 1695. Annessa al museo è presente l’Enoteca con una vasta selezione di vini da degustare, tra cui il più tipico è il Verdicchio, un’eccellenza di Staffolo.
Da non perdere: la Chiesa di Sant’Egidio, che conserva un notevole pentittico del Maestro di Staffolo, autore anonimo di scuola fabrianese, e una predella lignea attribuita alla scuola di Lorenzo Lotto; la Chiesa di San Francesco, del XII secolo, dove è collocato un pregevole organo del 1769, opera del celebre organaro veneto Gaetano Callido; la Chiesa di Santa Maria di Castellaretta, gioiello di arte barocca, edificata come tempio votivo dagli staffolani reduci della battaglia di Lepanto (1571) e abbellita nel 1683 per celebrare la definitiva sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna nel 1683.