L’ Aspromonte
A2 da Rosarno a Reggio Calabria-Gallico
Pochi chilometri per ritrovarsi in un altro mondo. Un mondo di natura selvaggia, di canyon solcati da corsi d’acqua, boschi fittissimi e animali selvatici. Un mondo in cui le strade sono nastri sottili ricurvi e gli abitanti, pochi, vivono aggrappati alla cima delle montagne in paeselli piccoli e petrosi. Proprio alle spalle della Costa Viola, delle graziose località marinare e delle spiagge vitaiole, l’Aspromonte è un luogo affascinante e tutto da scoprire, percorrendo non solo le carrozzabili che tentano di portar fin quassù la modernità, ma anche e soprattutto i percorsi naturalistici, i sentieri che s’addentrano fra i boschi e le gole che donano agli escursionisti esperienze impareggiabili. L’Aspromonte è un luogo denso di storia, popolato fin dall’antichità come testimoniano i tanti rinvenimenti archeologici e le rovine sbriciolate di borghi dimenticati.
Alle porte di Oppido Mamertina, ad esempio, si trovano sia il parco archeologico di Mella, in cui si è voluta identificare l’antica città di Mamertion, sia Oppido Vecchia, città medievale racchiusa fra mura, abbandonata dopo un terremoto (1783). Il sito è affascinante, con i brandelli di vecchie strade selciate che collegano ruderi di case e conventi, della cattedrale e del castello, il tutto avvolto dalla vegetazione rigogliosa.
Fra questi monti si svolse la nota battaglia in cui Garibaldi rimase ferito (episodio riportato da ogni libro di scuola elementare e oggetto perfino di una filastrocca) e si aggirarono per secoli i briganti. Un po’ tenebrosi banditi, un po’ ribelli a uno Stato che non era in grado di comprendere e risolvere i problemi della gente di Calabria, questi ambigui personaggi sono entrati a pieno titolo nell’immaginario popolare che in essi ha spesso visto una versione calabrese dell’eroe senza macchia e senza paura, in grado di sfidare i potenti per aiutare la povera gente. Oggi di quei briganti rimane solo il ricordo, non solo nei libri di storia ma anche nei luoghi: un lungo percorso escursionistico, ad esempio, che si snoda da Gambarie, estrema propaggine meridionale dell’Aspromonte dalle cui cime innevate si può ammirare il mare, sci ai piedi, fino al parco delle Serre, è stato chiamato “sentiero del brigante” perché ricalca il tracciato della Via Grande, abitualmente usata dalle bande per i loro spostamenti (ma anche per gli appostamenti in attesa del passaggio di qualche malcapitato viaggiatore). La caratteristica principale di questo sentiero (lungo circa 100 chilometri) è quella di legare fra loro ambienti di interesse naturalistico – foreste, laghi e torrenti – con insediamenti rurali, resti archeologici, strutture fortificate e perfino un ex bacino minerario. Pur sviluppandosi fra le montagne, non presenta particolari difficoltà e può essere affrontato da tutti, anche solo per un tratto.
PIETRE LEGGENDARIE
Il territorio di Roghudi è disseminato di rocce dalle forme che ricordano i profili di animali fantastici. Tutta la valle, immersa in una natura incontaminata, è circondata da un alone di mistero e magia.
Per entrare in contatto con la gente dell’Aspromonte, il consiglio è di visitare i suoi paesi, piccoli e grandi. Alla prima categoria appartiene ad esempio Galatro, un pugno di case scenograficamente incastonato fra due fiumi e conosciuto fin dall’antichità per la presenza di una fonte termale. Alla seconda, località come Cittanova, con i suoi tanti palazzi e chiese il Museo Civico di Storia Naturale e il grande giardino botanico Carlo Ruggiero, talmente ricco di specie vegetali rare o addirittura uniche da essere stato definito Monumento Nazionale d’interesse storico-naturalistico; e come Taurianova, fondata nel Medioevo riunendo tre diverse frazioni.
Ridiscendendo i tornanti verso la costa, davanti a noi si dispiega l’orizzonte marino e da un lato e dall’altro i caratteristici terrazzamenti – le rasule – creati dagli agricoltori con un efficace sistema di gradoni e muretti a secco (le armacie). Qui, grazie alla valorizzazione di vitigni autoctoni e terroir difficili, nascono il Costa Viola IGT, lo Scilla IGT, lo Zibibbo e altri ottimi vini, prodotti di punta di una agricoltura che oggi mira all’eccellenza con presidi Slow Food e tipicità dal sapore antico. Come la struncatura, caratteristica pasta realizzata con gli scarti della molitura del frumento. Secondo la tradizione locale fu importata in questa zona dai mercanti amalfitani che si erano stabiliti nella zona del porto di Gioia Tauro, da sempre una zona commerciale vivacissima (e oggi principale porto container d’Italia). Proprio a Gioia Tauro vogliamo dopo aver visitato l’interessante Museo Metauros che, all’interno dello storico Palazzo Baldari, illustra la storia greca, romana e medievale di questa città. Chi si interessa di archeologia, in questa zona troverà anche altri interessanti spunti, come il museo e parco archeologico di Medma, presso Rosarno, e il parco archeologico dei Tauriani, a Palmi, che riportano rispettivamente al passato magnogreco e romano di quest’ area. Sempre a Palmi merita una visita la Casa della Cultura, un moderno spazio polifunzionale che ospita una biblioteca, una pinacoteca e alcune sale museali con reperti archeologici, oggetti folcloristici calabresi e cimeli appartenuti ai musicisti palmesi Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce.
IL PASSO DELLA ZITA
Sono tanti i percorsi e i trekking che attraversano l’Aspromonte come quello che, partendo dal centro storico di Bova e attraverso il Passo della Zita, segue il tratto iniziale del Cammino della fede lungo le vie del monachesimo bizantino.
Meta di turismo religioso può essere invece Seminara, in cui si visita il Santuario della Madonna Nera o Madonna dei Poveri, esempio di arte bizantina in cui si custodisce una statua della Vergine ritrovata nel 1010 e dove è allestito un prezioso museo di arte sacra (con l’occasione, fate visita alle botteghe dei ceramisti locali).
SALTI E SPECCHI D’ACQUA
L’Aspromonte è costellato da suggestive cascate e impetuosi corsi d’acqua. Tra i faggi secolari, a Oppido Mamertina, c’è la cascata di Scherni. Poco più in là, in un bosco di lecci, si ammira il salto Ninarello.
Aspromonte non è solo natura. A Gerace c’è il Museo Diocesano, a Scido il Museo della Civiltà Contadina e merita certamente una visita il suggestivo e originale MuSaBa, un parco-museo d’arte contemporanea progettato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas nell’ex complesso monastico di Santa Barbara, a Mammola, con giardini ed orti mediterranei che ospitano opere monumentali e architettoniche (http://www.musaba.org/).
PARCO MUSEO SANTA BARBARA
Il MuSaBa, progettato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas nell’ex complesso monastico di Santa Barbara, a Mammola, è un parco-museo d’arte con giardini ed orti mediterranei che ospitano opere monumentali e architettoniche.
Chi invece non può rinunciare al mare sappia che siamo sulla Costa Viola, un nome pittoresco che, secondo la tradizione, si deve a Platone il quale commentò ammirato le mille gradazioni di colore assunte dal mar Tirreno al tramonto. Per ammirarla si può salire al belvedere sul Monte Sant’Elia, nei pressi di Bagnara: da qui lo sguardo si spinge tino all’infinito, ricomprendendo i monti, il mare e le Eolie. Nelle giornate terse, si distingue nettamente il cono dello Stromboli. Secondo una leggenda locale, è il diavolo in persona, imprigionato nelle viscere del vulcano, a vomitare le fiamme che a intervalli si vedono sulla cima, e fu Sant’Elia, stanco di vedersi sempre Lucifero intorno, a spedire il diavolo fin dentro il cono vulcanico, con un ben assestato calcione.
La caratteristica comune di questa costa è la presenza di spiagge sabbiose e frequentate, come quelle delle Tonnare di Palmi e della Marina di Gioia Tauro, alternate a promontori rocciosi – spesso incoronati da antiche torri adibite all’avvistamento dei pirati – e a calette più tranquille come quella di Rovaglioso o Porto di Oreste, che prende nome dall’antica credenza che proprio qui fosse approdato il figlio di Agamennone, dopo aver ucciso la madre Clitennestra e il suo amante Egisto. Scendendo verso Bagnara Calabra (dove si visita il venerato santuario della Madonna del Carmine), si incontra la spiaggia di Porcili, nell’omonima frazione, con la sabbia candida che si alterna a scogli. Molti lidi offrono la possibilità di praticare sport acquatici. Dal porticciolo di Bagnara si parte in barca per indimenticabili escursioni sottocosta, toccando luoghi splendidi come la Cala Janculla e le grotte del Monaco e delle Rondini. Non mancano le località dove, grazie alla trasparenza delle acque e alla ricchezza dei fondali, è possibile fare gradevolissime immersioni subacquee. Per terminare in dolcezza, l’ultima segnalazione è per il torrone di Bagnara Igp: prodotto fin dall’Ottocento secondo una ricetta tradizionale.
LA VARIA DI PALMI
La Varia di Palmi è una delle feste popolari più sentite, e affollate, del Sud Italia. Viene celebrata in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona di Palmi, l’ultima domenica di agosto (non tutti gli anni). Varia è il nome del grande carro sacro raffigurante l’Assunzione della Vergine, una macchina processionale alta 16 metri sulla quale sono sistemati diversi figuranti rappresentanti gli Apostoli, il Padreterno e, in cima, la Madonna (l’Animella), ruolo per il quale ogni anno viene selezionata una bambina.
La Varia viene portata a spalla da 200 mbuttaturi, rappresentanti delle cinque corporazioni citta¬dine. La festa comprende anche la processione della reliquia ma¬riana del Sacro Capello e la rievocazione storica dell’arrivo della reliquia, donata dalla città di Messina, a Palmi. Nel 2013, la festa è stata inserita nel Patrimo¬nio immateriale dell’UNESCO.
Maria Cristina Castellucci
Da Le Guide di Repubblica “Autostrada del Mediterraneo. Guida per viaggiare con gusto” – 2017