Contrada Noce si trova a pochi chilometri dal centro abitato di Racalmuto e rappresenta una delle principali tappe della Strada degli Scrittori. È uno dei luoghi più amati da Leonardo Sciascia. È la campagna dove lo scrittore trascorse quasi tutte le estati della sua vita, sin dagli anni dell’infanzia.
Tra queste colline lo scrittore si rifugiava per scrivere e pensare: «Le mie più belle vacanze – scrisse in un racconto intitolato proprio “Contrada Noce” – sono quelle che passo nelle campagne del mio paese… e tutti i miei libri non solo sono stati scritti in quel luogo, ma sono come connaturati ad esso: al paesaggio, alla gente, alla memoria, agli affetti».
Il nome della contrada si deve all’intensa coltivazione di alberi da noce che caratterizza il territorio e, proprio da questo nome, lo scrittore trasse spunto per un ciclo di racconti “Gli amici della Noce”. Lì sono nati quasi tutti i suoi libri da “Il giorno della civetta” a “Porte aperte”.
Pur essendo un luogo solitario, per Leonardo Sciascia, per i suoi familiari e per i suoi amici, era «un luogo per noi più vicino alla vita; alla idea, alla coscienza, al gusto della vita. Un luogo in cui l’amicizia, gli affetti, la bellezza, la morte (anche la morte) hanno un senso. Un luogo in cui ha senso il cibo […] il lavoro, il riposo».
In contrada Noce lo scrittore, che si poteva incontrare a passeggio nelle stradine della contrada, rivide in un muretto di pietre le lucciole che Pier Paolo Pasolini aveva dato per scomparse. Proprio quell’immagine del ritorno delle lucciole Sciascia la inciderà nelle prime straordinarie pagine de “L’Affaire Moro”.
Il “Giardino delle lucciole” oggi rievoca non solo le pagine del pamphlet scritto nel 1978, ma il rapporto “fraterno” tra Sciascia e Pasolini. Un piccolo angolo di memoria realizzato nella proprietà del giornalista e scrittore Felice Cavallaro, ideatore del progetto culturale “Strada degli Scrittori”.
La casa di Leonardo Sciascia, luogo in cui amava incontrare i suoi amici, tra i quali noti letterati del tempo, appartiene agli eredi e conserva intatto lo studio dello scrittore con la sua Olivetti 22.