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La spiaggia dello Zingaro e il bianco delle saline: viaggio lungo le strade Anas della Sicilia

La spiaggia dello Zingaro e il bianco delle saline: viaggio lungo le strade Anas della Sicilia

Guida Turistica: Strade del Cuore

Le Strade del Cuore di Anas: alla scoperta della spiaggia dello Zingaro e il bianco delle saline. Erice, San Vito Lo Capo e riserve marine lungo sulla SS187 “di Castellammare del Golfo”

Viaggio lungo le strade Anas della Sicilia

Erice, San Vito Lo Capo e riserve marine. Da Trapani a Castellammare del Golfo: SS187 di Castellammare del Golfo

Viaggio lungo le strade Anas della Sicilia

Viaggio lungo le strade Anas della Sicilia

SS187 di Castellamare del Golfo

Lo svincolo è quello di Castellammare del Golfo, ed è una porta che si apre su uno degli angoli più belli della Sicilia. Castellammare intanto: che prende il nome dal suo castello arabo-normanno. Oggi si trovano al­l’interno quattro musei, tra cui quello delle attività marinare.

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Veduta di Castellammare del Golfo da Borghetto

Da Castellammare comincia anche un interessante itinerario balneare, con la lunga spiaggia che si stende lungo il golfo, parcheggi, lidi, bar e ristoranti. La tappa successiva, lungo la strada verso Scopello, è l’incantevole baia di Guidaloca. Scopello, all’ombra della Torre Bennistra, è un borgo sei­centesco, con poche case, un baglio, una piazzetta, un ab­beveratoio. Due le specialità: il pane “cunzato”, cotto a legna e condito con pomodori, primo sa­le, acciughe e olio e le ceramiche. La sosta a Scopello significa anche un bagno nella cala dei Faraglioni, nell’area dell’antica Tonnara: l’ultima mat­tanza risale al 1984 e nei magaz­zini sono ancora custodite le attrezzature le reti e le barche impiegate per la pesca al tonno. La Tonnara, dovè possibile affittare appartamenti, è di proprietà privata, location di film e matrimoni; l’ingresso nell’area è a pagamento, e il ba­gno, d’estate, a numero chiuso. Tra i faraglioni si trova un museo sommerso. Scopello è la porta d’accesso meridionale alla Riserva dello Zingaro.

La Riserva, gestita dall’Azienda regionale foreste dema­niali, è frutto di una battaglia ambientalista. Una grande mobilitazione nel 1980 impedì la costruzione di una strada lungo la costa. Percorribile a piedi, lo Zingaro offre panorami stupefacenti, paesaggi rurali, calette, strapiombi sul mare. E un’oasi di biodiversità, popolata da rapaci; tra le sue rocce si riproduce l’aquila del Bonelli. E un mondo popolato da barbagianni e allocchi, gheppi e poiane, rettili, anfibi, granchi di fiume, ricci volpi e istrici. Un ambiente caratterizzato dalla macchia mediterranea, e dal simbolo della Riserva, la Palma nana. E poi le grotte, compresa quella preistorica dell’Uzzo, paradiso per gli speleologi, i musei, o la “passeg­giata delle orchidee”.

Nel Borgo Cusenza, che dai primi dell’ottocento alla metà del Novecento ospitò una comunità agricola, sono state riprese le coltivazioni; si ripete il rito del grano, si insegna l’intreccio delle fibre vegetali. All’interno della Riserva è anche possibile fruire, per alcuni periodi dell’anno, dei “bivacchi”, rifugi assai spartani. Per la disponibilità, la praticabilità dei sentieri e le iniziative didattiche è opportuno chiedere informazioni alla direzione della riserva.

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Tratto di mare di San Vito Lo Capo

L’uscita a nord è verso San Vito Lo Capo. Le spiagge spettacolari di questo comprensorio hanno ottenuto e confermato nel 2017 le 5 vele di Legambiente. Molto affollato ad agosto, San Vito è soprattutto centro turistico. Da alcuni anni, a settembre, è anche sede di una manifestazione di grande richiamo, il Cous-Cous fest che tra eventi, cooking- show e concerti mette a confronto le tradizioni gastronomiche di diversi paesi del Mediterraneo, facendo del piatto arabo un simbolo di integrazione. Sulla via del ritorno verso sud si scende a Castelluzzo, che merita una sosta per il suo mare trasparente, quello della Baia di Santa Margherita; è un centro di produzione di olio. Siamo in un’altra riserva, quella di Monte Cofano con la sua ricchissima flora, gli scorci sul mare, le grotte. Celebre, a Custonaci (uno dei maggiori centri di estrazione e produzione del marmo, e con un santuario del XVI secolo) la grotta di Scurati, dove nel periodo di Natale si svolge un grande presepe vivente; in altri periodi dell’anno un museo vivente riproduce scene e mestieri della vita quotidiana dell’800. Da Custonaci si prosegue verso la SS 187 e quindi per Valderice.

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Castello di Venere, ad Erice, ai cui piedi sorgono i giardini e le torri medievali di Balio

In cima a Monte San Giuliano appare il bellissimo borgo medievale di Erice, con il castello Normanno, edificato sul sito dell’antico santuario dedicato alla Venere Ericina, e i resti delle mura elimo-puniche. Un giro a piedi lungo le sue stradine di basolato (le vanule) fiancheggiate da muri di pietra regalerà molte emozioni. Ai lati delle strade, tra deliziosi cortili, si affacciano le botteghe che propongono i due prodotti tipici dell’artigianato: le ceramiche e i coloratissimi tappeti. Oltre, naturalmente, alle pasticcerie che mettono in mostra gli eleganti dolci di marzapane o le genovesi di pasta frolla ripiene di crema. E lungo l’elenco dei monumenti da vedere a Erice. A partire dall’inconfondibile facciata della Matrice, con la torre campanaria, sorta ai tempi della guerra del Vespro come torre di avvistamento. Più avanti il centro internazionale Ettore Majorana, fondato da Antonio Zichichi è sede d’incontro tra scienziati di tutto il mondo. Tra le cose da non perdere, a Erice, ci sono i giardini e le torri medievali del Balio, ai piedi del Castello di Venere; e la Torretta Pepoli, del conte Agostino Pepoli, studioso e mecenate, in stile liberty.

L’itinerario prosegue con il quartiere spagnolo, uri incompiuta del XVII secolo destinata alle guarnigioni, oggi sede di mostre permanenti; le mura elimo-puniche, il Polo museale Antonio Cordici. Molto belle le chiese, di origine normanna o medievale, le facciate semplici e i portali eleganti: San Martino, con un piccolo chiostro cinquecentesco, Sant’Orsola, San Giovanni, il Ss. Salvatore, o San Giuliano, che custodisce i gruppi statuari della processione dei Misteri. Da Erice si scende direttamente a Trapani. Le due città sono collegate anche da una funivia, con un tragitto breve (10 minuti) e spettacolare. Trapani è una città che profuma di mare, ed è un monumento bellissimo quello che dà il benvenuto all’ingresso del porto.

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Riserva delle Saline di Trapani a Paceco

Il Castello della Colombaia, uno dei “Luoghi del cuore” del Fai, è un’enorme fortezza costruita su un’isoletta ai tempi delle guerre puniche. Più volte ampliata e modificata, posta a difesa dalle incursioni dei pirati, fu anche prigione di patrioti risorgimentali. E sempre a mare, su uno scoglio, si trova la Torre di Ligny, torre di avvistamento spagnola e oggi museo Civico, con una splendida vista che spazia da San Vito alle Egadi. Trapani, porto di partenza per le isole, merita una visita anche per il suo cuore spagnolo e barocco, i palazzi e le chiese, gli splendidi coralli custoditi al Museo Pepoli, il pesce freschissimo. Merita una visita nella settimana Santa, per la suggestiva processione del Misteri, la notte del venerdì. Nel lungo elenco delle cose da non perdere c’è sicuramente la riserva delle Saline di Trapani e Paceco: un ambiente unico, nel quale si può ancora assistere all’antica lavorazione del sale.

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Museo di Sale di Nubia

MUSEO DEL SALE DI NUBIA

Vento, acqua, sole: i tre elementi necessari per produrre il sale sono tutti presenti in questa zona. Il Museo Culcasi, che porta il nome del proprietario della salina, si trova a Nubia, nel comune di Paceco, lungo la Via del Sale che prosegue a sud con le saline dello Stagnone di Marsala, di fronte all’isola di Mozia. Chiuso solo nei giorni di maltempo, ospitato in un baglio del ‘600 con mulino a vento, il museo illustra la storia lunga e antica della raccolta del sale, attraverso foto e arnesi di lavoro. È anche un’ottima base per una visita alle saline, area di sosta di uccelli migratori in volo da e verso l’Africa.

 

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Silvana Polizzi

Da Le Guide di Repubblica “Le Strade del Cuore. Guida per riscoprire gli angoli più romantici d’Italia” – 2018

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