Via della memoria

Le miniere dei “Carusi”

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Le miniere dei “Carusi”

Caltanissetta


È stata una delle maggiori zolfare del territorio di Caltanissetta. La miniera di Gessolungo è ricordata per il sacrificio di tanti “carusi”, giovanissimi dagli 8 ai 16 anni, morti a causa di uno scoppio di grisù. A loro è dedicato il “Cimitero dei carusi”, poco distante dalle vecchie gallerie e il memoriale che tiene vivo il ricordo di quella strage. 

Già attiva nel 1839, con i suoi trecento metri, era tra le più profonde della Sicilia e venne chiusa alla fine degli anni Ottanta. Il paesaggio è tipicamente siciliano con «vallate arse, senza un filo d’erba, la terra è screpolata: ha sete – scrisse Pier Maria Rosso Di San Secondo –. Solo un po’ più in là, da qualche ciglio appare la misera chioma di qualche olivo o di qualche mandorlo che, tisicuccio e contorto, sembra aggrapparsi al suolo in un ultimo sforzo di vita, sotto l’alito sterminatore della miniera».

La vita dei “carusi” è raccontata da Leonardo Sciascia nel racconto “L’antimonio”, pubblicato in “Gli zii di Sicilia” nel 1958: «E lavoravo alla zolfara, una settimana nel turno di notte e un’altra nel turno di giorno, senza mai lamentarmi. Avevo solo una gran paura dell’antimonio, ché mio padre c’era rimasto bruciato, e nella stessa zolfara […] Mio zio ancora raccomandò – basse le acetilene e un minuto dopo dal fondo della galleria venne un ruggito di fuoco, come avevo visto al cinematografo […] il fuoco venne verso di noi urlando […] la zolfara mi faceva paura, al confronto la guerra in Spagna mi pareva una scampagnata».

Dettagli

ITINERARIO:
Via della memoria

COME ARRIVARE:
Cimitero dei “carusi”, SP 202


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