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Moie di Maiolati Spontini – Abbazia di Santa Maria delle Moie
Archivio Fotografico Comune di Jesi
Sito benedettino fondato probabilmente all’inizio dell’XI secolo, come monastero privato, denominato “delle Moie” perchè di trovava in una zona paludosa (moja), sulla riva sinistra del fiume Esino e lungo l’antica via Flanbenga.
LA STORIA
La sua fondazione è stata proficua per il territorio, e l’opera di bonifica colonizzazione del fondovalle portata avanti dai monaci fa crescere l’economia agricola, legata in particolare all’olivo.
La stessa abbazia diventa una potenza economica, anche grazie a donazioni e lasciti, specie fra XI e XII secolo.
Dati catastali del 1295, mostrano che possedeva terreni per una superficie di circa 165 ettari e quattro mulini vicini al monastero; nel XV secolo l’estensione sale a 428 ettari.
Poi si è trovata in mezzo alla guerra tra Jesi e Fabriano, con battaglie sanguinose che nel 1305 portano alla distruzione del castello delle Moie e, forse, al danneggiamento del monastero.
I monaci vi restano fino al 1456, quando l’abbazia passa sotto il Capitolo dei Canonici di Jesi, perchè il monastero era rimasto quasi vuoto, e i terreni ridotti a 93 ettari.
All’inizio del Seicento il vescovo Marco Agrippa Dandini decide che la chiesa diventi parrocchia, decretando definitivamente la fine dell’abbazia benedettina.
L’ARCHITETTURA
Il complesso originario aveva l’assetto tipico dei monasteri, con chiesa, chiostro, sale capitolari per gli incontri dei monaci, cucina, dormitorio e laboratori.
Oggi rimane solo la chiesa, rimaneggiata nel corso dei secoli, e solo due ambienti del monastero, distrutto dal terremoto del 1741.
La chiesa è un edificio romanico di pianta a croce greca, costruita con blocchi regolari di pietra calcarea; nelle cinque absidi presenta un forte richiamo al modello dell’Abbazia di San Vittore, mentre nell’alzato ha una soluzione molto originale, con la mediana delle tre navate più alta e voltata a botte con sottarchi, mentre le navatelle sono voltate a crociera.
Dopo essere diventata parrocchia subisce una serie di trasformazioni, specie nel Cinquecento, quando viene rinnovata la parte superiore del corpo occidentale.
Nel XVII secolo, probabilmente per rimediare alla distruzione della facciata, la chiesa venne “girata”, approfittando dell’assenza del piano rialzato per il presbiterio, creando l’ingresso alla chiesa sul lato meridionale e l’altare maggiore sul lato settentrionale.
Fra 1919 al 1924, importanti lavori di ristrutturazione e radicali interventi di restauro, restituiscono (parzialmente) la chiesa al suo antico splendore, e ripristinato l’orientamento originario, con l’altare maggiore sul lato orientale