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Perugia – Rocca Paolina
Imponente fortezza costruita fra 1543 e 1547 per volere di papa Paolo III Farnese, vincitore della guerra del sale contro Perugia (1540), progettata da Alessandro Tomassoni da Terni e Antonio da Sangallo il Giovane, il più celebre architetto militare del tempo.
ORIGINI
La Rocca Paolina era una costruzione mastodontica, articolata in diverse parti: la fortificazione principale, sul colle Landone, e una minore in pianura, detta Tenaglia, collegate fra loro con tre camminamenti fortificati.
La sua costruzione viene fatta demolendo le case della famiglia Baglioni – al tempo dominante la città e leader della rivolta contro il papa – e a spese dell’intero borgo di Santa Giuliana, del quale sono demolite circa trecento case, e di varie torri e chiese, tra cui la quattrocentesca Santa Maria dei Servi, ritenuta la più bella della città.
Altre case, vie, torri e cortili comprese nel perimetro sono inglobate e coperte con grandi volte, e oggi sono in parte visibili nei sotterranei della Rocca.
Sul frontone, l’architetto Sangallo ricompone la parte superiore della monumentale porta Marzia, etrusca, del III secolo a.C.
Sempre odiata dal popolo perugino, viene in parte demolita nel 1848, in quanto emblema del dominio pontificio, e distrutta nei decenni successivi all’annessione al Regno d’Italia, offrendo lo spazio per la costruzione di molti edifici e sistemazioni ottocentesche (piazza Italia, via Masi, giardini Carducci, viale Indipendenza).
Dell’antico assetto rimangono solo i sotterranei, liberati in parte dalle macerie fra il 1932 e il 1965, che rappresentano una spettacolare città sotterranea di grande fascino e suggestione.
SPAZI VISITABILI
I sotterranei sono visitabili negli orari di apertura delle scale mobili urbane, aperte nel 1983, con un percorso meccanizzato che, attraverso la Rocca, va da piazza Partigiani a piazza Italia.
Alcune sale ospitano un Centro Espositivo, in genere aperto durante mostre o eventi particolari, e il museo della Rocca Paolina che ripercorre le vicende storiche del monumento.
Lungo il percorso si trova una delle opere più imponenti di Alberto Burri, “il Grande Nero”, una macchina cinetica scultorea donata dall’artista ed esposta permanentemente dal 1984.
All’interno della rocca si possono ammirare anche i resti in pietra dell’antico stadio del Giuoco del Pallone.