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Ravanusa, città del Monte Saraceno
Ravanusa
Ravanusa, comune della provincia di Agrigento raggiungibile attraverso la Strada degli Scrittori, sorge ai piedi del monte Saraceno, luogo di noti ritrovamenti archeologici di origine greca.
Si deve la fondazione a Ruggero d’Altavilla che nel 1086 guidava l’esercito normanno contro i saraceni. Secondo la leggenda, l’esercito di Ruggero si dissetò in queste terre dopo aver invocato la Madonna che indicò loro il luogo della sorgente d’acqua. I Saraceni furono sconfitti e in quel luogo fu eretto il primo tempio cristiano dedicato alla Madonna del Fonte.
Tutta la zona fu battezzata “Rivinuta”, che significa “acqua rinvenuta”, da qui l’origine del nome della città.
Il feudo venne concesso da Ruggero d’Altavilla a Salvatore Palmeri che si era distinto nella lotta contro i Saraceni. Solo nel 1472 ha inizio la baronia di Ravanusa. Quando Ferdinando di Borbone però abolì le feudalità dei comuni, i feudatari furono costretti a cedere i loro palazzi. L’attuale Ravanusa fu fondata con “licentia populandi” nel 1616 da Giacomo Bonanno.
L’antica storia del paese emerge dai reperti rinvenuti durante le numerose campagne di scavo che si sono susseguite nell’area del monte Saraceno dove sono stati individuati, tra l’altro, i resti di capanne circolari pertinenti ad un villaggio indigeno sicano, che visse tra la fine dell’VIII e la metà del VII secolo a.C.
Al Museo Civico “Salvatore Lauricella” sono esposti i reperti provenienti dal sito di monte Saraceno attraverso un accurato percorso espositivo. Si possono ammirare terrecotte policrome che ornavano i tetti degli edifici sacri, altari anch’essi in terracotta, anfore, pesi da telaio e vasi di grande pregio tra cui il vaso plastico su sfondo nero di produzione attica raffigurante un gruppo dionisiaco con un asino ed un satiro.