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Sassoferrato – Museo civico archeologico
Archivio fotografico Iat Sassoferrato
Allestito nel palazzo dei Priori (1355), comprende circa 10 mila reperti che documentano gli aspetti più importanti degli abitanti dell’antica Sentinum (VII secolo a.C.) i cui imponenti resti sono visibili a pochi chilometri dalla città.
LA STORIA
Progettato già nel 1926, il Museo è ultimato nel 1932, grazie al contributo del prof. Guido Vitaletti (1886-1936), che riunisce per la prima volta in una struttura adeguata i reperti provenienti da Sentinum, oltre a donare quelli della sua collezione privata.
Chiuso nel 1997 per il terremoto, è stato riaperto nel 2006, arricchito di nuovi reperti e con una sezione preistorica rinnovata a cura dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, in collaborazione con le Università di Urbino e Genova.
IL MUSEO
Nel Museo si ammirano un busto marmoreo della dea Iside, resti di condutture idriche, frammenti scultorei e architettonici, epigrafi, frammenti ceramici, mosaici (due ricoprono il pavimento di due sale) e oggetti di uso domestico.
All’ingresso, un plastico ricostruisce la Battaglia delle Nazioni, svoltasi nei pressi di Sentinum, nel 295 a.C., al termine della terza guerra sannitica che vede la vittoria decisiva dei Romani contro gli eserciti dei Galli Senoni e dei Sanniti.
Le sale illustrano diversi aspetti della vita quotidiana e della società di Sentinum: la mensa, la religione, le arti e i mestieri, la donna e le sue attività; due vetrine raccolgono il vasellame da cucina usato in epoca romana e un’altra alcune tra le più belle monete rinvenute a Sentinum, databili tra la fine del III secolo a.C. e la fine del IV secolo d.C.
Ci sono poi pavimenti a mosaico, teste e dorsi di statue di marmo, grandi epigrafi su marmo, numerose epigrafi funerarie, tra cui le steli tipiche delle sepolture femminili con la rappresentazione della porta degli inferi, e poi la riproduzione delle tre lastre in bronzo con il testo di documenti ufficiali con cui le associazioni dei commercianti di Sentinum e Ostra conferivano a personaggi di spicco della città il titolo di patronus, cioè il protettore.
Una vetrina raccoglie i reperti che documentano l’esistenza a Sentinum di una bottega di bronzista, che probabilmente produceva anche pezzi di statuaria, simili a quelli di Cartoceto.
Una sala di nuova costituzione è dedicata ai reperti che dimostrano la presenza umana del territorio sentinate in epoca preistorica.
ALTRE COLLEZIONI
Il Museo ha anche una collezione di ceramiche cinquecentesche rinvenute nei recentissimi scavi nello stesso Palazzo dei Priori.
Infine, al piano terra si trova la Sala Perottiana, che prende il nome dall’umanista Niccolò Perotti (1430-1480), che ha donato le sue collezioni.
Fra le opere, una preziosa raccolta di reliquari bizantini e fiamminghi, tra cui l’Icona di San Demetrio, del XII secolo, il pezzo artisticamente più ricco e più raro della raccolta stessa.
La Sala ospita inoltre rarissimi reliquiari del Quattrocento e altri oggetti preziosi, tra cui un dittico in avorio policromo con Crocifissione, Natività, Purificazione del XIV secolo; una croce lignea dipinta di scuola umbra del Quattrocento.