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Sci e profumo di ratafià tra monti e specchi d’acqua: viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

Sci e profumo di ratafià tra monti e specchi d’acqua: viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

Guida Turistica: Strade del Cuore

Le Strade del Cuore di Anas: sci e profumo di ratafià tra monti e specchi d’acqua. Itinerario lungo la SS696 “del Parco Regionale Sirente Velino” e SS83 “Marsicana”

Viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

In viaggio tra i Parchi. Tra Rocca di Cambio e Barrea: SS696 del Parco Regionale Sirente Velino e SS83 Marsicana

Viaggio lungo le strade Anas dell'Abruzzo

Tra Rocca di Cambio e Barrea

Viaggio lungo le strade Anas dell'Abruzzo

SS696 e SS83

Svetta sul Fucino dalla metà del Quattrocento, quando l’altopiano, oggi importante centro agricolo, ospitava ancora il terzo lago d’Italia. II castello Piccolomini di Celano è una delle più belle testimonianze del passato cu­stodite dalla Marsica (al suo interno, il museo dell’arte sacra e la collezione Torlonia di antichità del Fucino, 0863 792922), ancora oggi cardine intorno al quale si sviluppa la città da cui parte il nostro itinerario. O meglio, i nostri iti­nerari, quello che punta a nord per addentrarsi nel Parco Regionale Sirente Velino e quello che, a sud, conduce nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Sul primo fronte, imboccando la strada statale 696 ci si arrampica per rag­giungere in poco più di 20 minuti Ovindoli, località famosa per le piste da sci Monte Magnola.

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Rovere

Una manciata di chilometri più su ed ecco apparire uno dei più rappresentativi borghi di questo frammento di appenino, Rovere.

Meno di 100 gli abitanti “fissi” per questa frazione di Rocca di Mezzo, ma è ben più folta, soprattutto in inverno, la pattuglia composta da chi viene qui per godere di una natura che con la mano dell’uomo vive in armonia. Siamo a circa 1400 metri di altitudine; il piccolo centro si sviluppa tra strette vie chiuse da edifici in pietra e panorami Sull’Altopiano delle Rocche sempre più belli man mano che si sale sulla sommità. Se dell’antica fortezza del popolo marso restano solo pochi ruderi a dominare il paesaggio, si mostrano nella loro bellezza chiese come quella di San Pietro Apostolo, costruita su un preesistente castello nel borgo fortificato, e della

Madonna delle Grazie, fuori le mura e risalente al XII secolo. Gli appassionati di sci trovano a poca distanza un’altra meta sempre molto popolata, Campo Felice, che la statale 696 incontra dopo aver deviato, all’altezza di Rocca di Cambio, rispetto al tracciato che proseguirà come strada statale 5. A incorniciare il viaggio è la natura della Riserva Naturale, estesa su oltre 50mila ettari di territorio compresi tra i 600 e i 2300 metri di quota e divisi tra scenari brulli e aspri, canyon, e frammenti di natura viva, colorata di fioriture. A popolarla sono orsi marsicani, lupi appenninici ed aquile reali.

Se invece da Celano la 696 la si prende per viaggiare verso il cuore del Fucino si può deviare sulla regionale 5 prima e sulla strada statale 83 poi, per proseguire fino a Pescina, distante non più di un quarto d’ora.

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Pescasseroli: decorazione sul portale della chiesa di San Pietro e Paolo

Costeggiando campi coltivati chiusi da una corona di montagne si toccano i comuni di Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi, prima di raggiungere Gioia Vecchio, piccolo borgo che anticipa di circa un quarto d’ora l’arrivo a Pescasseroli. Anche qui, ai piedi delle fittissime faggete del Monte Tranquillo, della Serra Traversa e della Serra del Re, si snodano 14 piste da sci per un totale di 20 chilometri. Il cuore del paese conserva invece nobili memorie come quelle di Benedetto Croce, che qui nacque; si possono così ammirare le bellezze ottocentesche di palazzo Sipari, al cui interno si trovano una casa museo e una fon­dazione intitolata ad Erminio Sipari, tra i fondatori del Parco.

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Opi

Ancora pochi chilometri e si arriva ad Opi. È stretto e lungo il centro abitato che, a oltre 1200 metri d’altitudine e su un colle “a schiena di cavallo”, è oggi popolato da sole 400 persone. Le tracce degli insediamenti sanniti ritrovati in Val Fondillo sono il più antico degli elementi che dise­gnano la storia che, tra periodi d’oro, invasioni nemiche, carestie e rinascite, ha dato forma ai tratti che ammiriamo oggi. I sentieri che portano verso il vicinissimo confine con il Lazio affiancano i tracciati per lo sci di fondo della vicina Macchiarvana e forniscono elemen­ti di attrattiva che si aggiungono alla bellezze di un borgo medievale il cui cuore risale all’anno Mille.

Il museo del Camoscio e l’area faunistica si affiancano nei pressi de La Foce, gpla scavata dal fumé Sangro, segnando il punto più alto di un paese la cui particolare forma è data dalle due file di costruzioni che, anticamente, servivano a proteggere come una cinta muraria il centro abitato. In esso si ammirano la chiesa di Santa Maria Assunta e la cappella di San Giovanni Battista, oltre al palazzo settecentesco attuale sede del municipio. Per arrivare a Villetta Barrea, dopo aver incontrato la riserva della Camosciala, dove gli esemplari più rari della fauna appenninica trovano ancora spazio per vivere allo stato brado, bastano meno di 8 chilometri; qui la storia si mostra con le chiese come quella di San Michele, le cui fondamenta risalgono alI’ VIII secolo, la torre medievale, costruita intorno alla metà del XV secolo, il settecentesco Palazzo Fontana e il museo dell’acqua (strada provinciale 59,339 452 4858).

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Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Per raggiungere quest’ultimo ci si sposta verso Civitella Alfedena, al confine con la Valle del Sangro, dove la pietra bianca della Majella fa bella mostra nella torre quattrocentesca. Tra le strette vie si notano le “saettere”, delle feritoie cinquecentesche utili a preservare la transumanza dei pascoli e il villaggio dalle invasioni. Il legame con le terre pugliesi è un elemento storico del paese, che nel 1600 dedicò la sua chiesa a San Nicola di Bari. Ma a riempire gli occhi sono già gli incontaminati paesaggi che si specchiano nel lago di Barrea. I monti della Meta e il Monte Greco proteggono il borgo che domina la valle Sangritana e si sviluppa intorno allo Studio, o monastero di San Michele Arcangelo, un convento-fortezza edificato dai benedettini per difendersi dalle invasioni saracene, intorno al quale nacquero le prime case. Poco più in là, superate Alfedena e Scontrane, la statale 83 incontra la 17.

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Grotte di Stiffe

GROTTE DI STIFFE

A meno di 30 km dalle piste di Campo Felice la natura mostra meraviglie nascoste, come quelle delle Grotte di Stiffe. Nel punto in cui un fiume sotterraneo torna in superficie i millenni hanno modellato una cavità carsica di rara bellezza. Stiffe, frazione di San Demetrio ne’ Vestini, ospita così un sito nel quale si è accompagnati per una visita guidata su un percorso di circa 700 metri. Un’ora abbondante di camminata in un “set” d’eccezione nel quale la temperatura è di circa 10 gradi e resta costante tutto l’anno. Tornati in superficie si può avere un assaggio del territorio grazie a L’Aquilandia, una esposizione di riproduzioni in scala dettagliate dei monumenti e dei paesaggi più rappresentativi di questo angolo d’Abruzzo.

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Lago a forma di cuore

SCANNO E VILLALAGO

Da Barrea, percorrendo la strada regionale 479, in tre quarti d’ora circa si raggiungono Scanno e il lago a forma di cuore buca I Monti Marsicani. Lo specchio d’acqua riflette la natura viva che l’uomo ha sfruttato per secoli per i pascoli d’altura e sulla quale ha più di recente disegnato le piste da sci di Passo Godi e Monte Rotondo. Le circa duemila persone che al momento popolano il paese sono invece custodi del binomio tra la pietra degli edifici storici e il cangiante sfondo montano che ha attirato, e continua ad attirare tra le viuzze di Scanno alcuni tra I migliori fotografi del mondo. Fontane, statue e monumenti completano l’affascinante quadro di cui si gode oltre gli archi che si aprono nella cinta muraria, mentre è accessibile solo in pochi punti il vicino borgo di Frattura Vecchia. Impossibile andar via senza aver fatto visita al bio-agriturismo Valle Scannese di Gregorio Rotolo per assaggiare i suoi impareggiabili formaggi. Un quarto d’ora di auto più su appare Villalago, borgo sulla vetta del monte Argoneta. Caratteristica architettonica sono i “suppuort”, archi che sorreggono le abitazioni in pietra e travi di legno lungo le strette vie e le piazzette che segnano le tappe per l’arrivo alla cima del paese. Scendendo verso le suggestive Gole del Sagittario si arriva all’eremo di San Domenico, scavato nella roccia che si bagna nell’omonimo lago, e dimora del monaco benedettino.

 

Marco Ciaffone

Da Le Guide di Repubblica “Le Strade del Cuore. Guida per riscoprire gli angoli più romantici d’Italia” – 2018

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