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Sigillo – Il Parco del Monte Cucco
Archivio fotografico Parco Monte Cucco
Grande area naturale protetta nel cuore del sistema appenninico, che dopo i Monti Sibillini ha le cime più alte – il monte Catria (1.707 metri) e il monte Cucco (1566 metri) – circondate da grandi faggete intatte, praterie, grotte carsiche, antri, dirupi, gole, eremi e monasteri.
UN TERRITORIO RICCO DI STORIA
Il Parco, istituito nel 1995 ed esteso su quasi 105 chilometri quadrati, presenta un paesaggio variegato, dove la natura si fonde con la storia, per la presenza di piccoli centri ricchi di testimonianze culturali e artistiche, con in aggiunta un alone di mistero legato ai Templari, che tra XIII e XIV secolo avevano qui due importanti sedi stabili.
Non solo, sono presenti anche siti paleontologici, con fossili di ere geologiche molto lontane, contenuti nelle rocce sedimentarie calcaree e marnose giurassico-cretacee (da 200 a 120 milioni di anni fa).
ASPETTI AMBIENTALI
La varietà dei luoghi la esprimono i tre principali centri del Parco:
– Scheggia-Pascelupo è il comune più esteso e interessa la parte nord, quella più impervia e selvaggia, e include una parte del Monte Catria;
– Costacciaro è il comune centrale del Parco, dove si trova il massiccio principale del Monte Cucco, l’altopiano di Pian delle Macinare, la Grotta di Monte Cucco e la Gola di Rio Freddo;
– Sigillo, a sud, il comune più popoloso, dove si trovano le aree di decollo e atterraggio di volo libero.
ACQUE
Il Parco è ricco di acque sotterranee e di fonti minerali incontaminate.
Tra le fratture carsiche si insinuano corsi di acqua limpida come il Rio Freddo e il Rio delle Prigioni, o il torrente Scirca, che nasce a 576 metri di altezza, nel cuore del Monte Cucco, le cui acque riforniscono l’acquedotto di Villa Scirca, uno dei più grandi dell’Umbria, che con la sua portata massima di 115 litri al secondo rifornisce la città di Perugia, oltre ai Comuni di Sigillo e Costacciaro.
FAUNA
Qui si registra una presenza significativa del lupo, oltre quella del daino, del cinghiale, dell’istrice, della martora, della lepre. Sono presenti anche alcuni esemplari di aquila reale oltre che il falco, la starna, la coturnice, il gufo reale, il martin pescatore.
Il gambero di fiume vive ancora nelle parti alte dei corsi d’acqua insieme alla trota fario.
Habitat naturale per pipistrelli sono invece le grotte scure e profonde
FLORA
Il Parco è verdissimo, con boschi che ricoprono quasi interamente il suo versante orientale e vedono la presenza di aceri, lecci e castagni oltre a qualche abete bianco, residuo autoctono dell’antica copertura forestale appenninica.
In particolare, questo è l’ambiente che accoglie la Madre dei faggi, una faggeta tra le più antiche d’Italia, estesa per 30 ettari e situata a mille metri di quota, dove si trovano piante di faggio Fagus Selvatica di dimensioni maestose, spesso accompagnate da grossi esemplari di Agrifoglio Ilex Aquifolium.
L’esposizione di alcune valli, come quella di Rio Freddo e delle Prigioni, aperte verso oriente e protette verso sud-ovest, crea veri e propri microclimi freddo-umidi, che accentuano lo stato alpino della vegetazione.
Gli alberi d’alto fusto, in primavera fanno ombra ad anemoni, gigli rossi e campanule e anche a ranuncoli, viole e orchidee selvatiche, e migliaia di specie di fiori e orchidee.
Scendendo più in basso si trovano boschi cedui che digradano a loro volta in zone coltivate, sino ad arrivare alla valle dove si snoda la Via Flaminia e i fiumi Sentino e Chiascio.
FOTOGRAFIA NATURALISTICA
La ricchezza di flora e fauna offre qui molte possibilità per la fotografia naturalistica, praticata durante tutti i periodi dell’anno, proprio perchè il paesaggio, al cambiare delle stagioni, regala scorci e dettagli sempre diversi, e lo stesso vale per la fauna.