Via della storia

Solfara “Ciavolotta”

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Solfara “Ciavolotta”

Favara


La miniera di zolfo “Ciavolotta”, che si trova tra Favara e Villaggio Mosè frazione di Agrigento, ha costituito, nell’Ottocento e fino alla prima metà del Novecento, una importante attività economica per la provincia di Agrigento che ha segnato la vita economica e sociale del territorio. Fu proprietà della famiglia Cafisi ed era già attiva nel 1839. Il sottosuolo di questa miniera presenta particolari minerali di notevole carattere scientifico che la rendono unica al mondo attraverso una particolare formazione geologica delle cosiddette “zubbie”, grosse cavità piene di minerale puro circondate da zolfo e gesso. Come in tante altre miniere siciliane non mancarono i drammi dei minatori. Nel 1874 vi morirono otto operai a causa di un crollo.

Lo scrittore di Favara Antonio Russello racconta queste miniere nel romanzo “La luna si mangia i morti”, pagine che raccontano proprio la vita in queste zolfare: «Scoprii le miniere di zolfo, i forni, e dal mare frascheggiava una brezza per tutta la sponda lucente di zolfi, di salici, di calcare. Il vento alzava dai forni la polvere gialla, la sollevava nel sole per tutta la Piana, sui meli, sui peri, sui susini, sui mandorli fioriti e gli ulivi scoppianti di pollini, e in quella polvere, c’era e ci sarebbe dappertutto e nell’aria, in un sangue che non divaghi e non travalichi». 

Dal 2010 tutta l’area è interessata da un progetto di trasformazione in Parco minerario. L’area solfifera attualmente è visitabile, senza guide, nei mesi primaverili ed estivi solo dall’esterno, dove ancora sono visibili i resti dei forni Gill e vecchi impianti.

Dettagli

ITINERARIO:
Via della storia

COME ARRIVARE:
Contrada Ciavolotta - Favara


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