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Tante reti sul mare e pesce fresco in tavola: viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

Tante reti sul mare e pesce fresco in tavola: viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

Guida Turistica: Strade del Cuore

Le Strade del Cuore di Anas: tante reti sul mare e pesce fresco in tavola. Itinerario lungo la SS16 “Adriatica” da Ortona a San Salvo Marina per scoprire la costa dei Trabocchi.

Viaggio lungo le strade Anas dell’Abruzzo

La costa dei Trabocchi. Tra Ortona e San Salvo Marina: SS16 Adriatica

Viaggio lungo le strade Anas dell'Abruzzo

Da Ortona a San Salvo Marina

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SS16 “Adriatica”

Promontori a picco sul mare e spiagge sassose, fine sabbia dorata e riserve naturali, borghi affacciati sulla costa e scenari da cartolina conditi da pesce freschissimo. L’Abruzzo marinaro riserva sorprese incredibili nei circa 54 chilomteri di strada statale 16 che dividono Ortona e San Salvo Marina. È in questo tratto di mare, infatti, che si inserisce lo spettacolo della Costa dei trabocchi, serie di “macchine da pesca” che raccontano una storia di territorio che a sua volta si compone di tante piccole grandi storie di generazioni che si sono alternate sulle palafitte; al termine delle pedane che solcano il mare per diverse decine di metri e che nei secoli passati erano utilizzate per pescare senza utilizzare le imbarcazioni, le reti vengono calate in mare tramite carrucole mentre le onde si infrangono su pali di legno impregnati di salsedine e antico ingegno umano tanto quanto le funi che permettono ai pali ancorati agli scogli di tenersi in piedi nonostante lo scorrere, a volte violento, del tempo. Olmo, acacia, abete e fimi di canapa sono i materiali che, recuperati sul territorio, hanno permesso la costruzione e la, necessaria, continua manutenzione di strutture tanto affascinanti quanto fragili.

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Ortona, Teatro Francesco Paolo Tosti

Il viaggio alla scoperta di queste meraviglie parte appunto da Ortona, il cui litorale, esteso per circa 20 chilometri, è un continuo alternarsi di insenature, baie, spiaggette dalla soffice sabbia, promontori arricchiti da ginestre e angoli di meraviglia come quelli custoditi da Acquabella e Ripari di Giobbe. Se la nobiltà del centro cittadino è testimoniata dall’eleganza dei palazzi storici e del teatro Francesco Paolo Tosti e la storia si mostra nel castello aragonese sorto nel XV secolo, è pochi chilometri di sabbia più a sud che iniziano le immersioni tra i frutti dell’Adriatico nei piccolissimi ristoranti oggi ospitati sui trabocchi rimessi a nuovo. A Rocca San Giovanni ecco i trabocchi Punta Cavalluccio, in contrada Piane Favaro, Punta Isolata, in Contrada Vallerò, Punta Tufano, in Strada Nazionale 16 e Punta Punciosa, in contrada Cavalluccio, mentre a San Vito Chietino ad accogliere i turisti sono Valle Grotte, in località Fosso Canale, e il trabocco Turchino. Ancora, a Fossacesia il trabocco del Pesce Palombo, in località Fugitella, e il Punta Rocciosa. Prodotti ittici freschissimi e trasformati nei più semplici, e al contempo gustosi, piatti della tradizione marinara locale “portuhalle” o “purtegalle”, un chiaro rimando ai portoghesi che le importarono in Europa; furono infatti dei profughi di origine iberica a colonizzare questi luoghi rimasti semi-abbandonati all’inizio del XVII secolo a seguito di calamità naturali.

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Ortona, il Castello aragonese

La storia si mostra così nel suo rapporto più intimo con la natura in uno scenario tanto bello da indurre Gabriele D’Annunzio a stabilire qui, in contrada Portelle, l’eremo in cui ha scritto parte de II Trionfo delle Morte, in cui i trabocchi venivano definiti “ragni colossali”. Dalle vicine campagne arrivano anche gli ortaggi che sposano il pesce; la stagionalità influenza l’offerta sia sul fronte di terra che su quello di mare. Le seppie, ad esempio, sono protagoniste nel pescato tra gennaio e la primavera e in misura dividono la scena con i limoni, i mandarini e le arance che crescono rigogliosi solo pochi chilometri all’interno. Proprio le arance sono conosciute nel dialetto locale come minore alla fine di settembre, ma molto poco presenti nei mesi più caldi.

Ad accompagnarle in tavola possono così essere i peperoni freschi o i piselli in primavera, i peperoni essiccati dall’estate precedente in inverno e le patate del Fucino in autunno. Altro mattatore in primavera è lo sgombro, mentre con l’estate spopolano spigole selvatiche, tonni, rombi, gallinelle di mare e crostacei, dagli scampi ai gamberoni fino alle pannocchie.

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Golfo di Vasto

Continuando la scoperta della costa, la spiaggia sabbiosa de Le Morge, vicino la quale sorge il trabocco omonimo, e quella ghiaiosa di Costa Verde contribuiscono a dare forma all’area marina del territorio di Torino di Sangro, la cui parte interna mostra un borgo in cui spicca la cinquecentesca chiesa di San Salvatore mentre sul mare si proietta una lecceta estesa per 175 ettari. Siamo ormai a un passo dall’area marina di Casalbordino, chiusa tra i fiumi Osento e Sinello, e dalla spettacolare costa rocciosa di Punta Aderci, all’interno dell’omonima riserva naturale che si sviluppa intorno al suggestivo promontorio che domina la spiaggetta. Estesa per circa 285 ettari, la riserva è divisa tra vigneti, coltivazioni cerealicole, uliveti e, appunto, tesori marini come Punta penna, un autentico anfiteatro popolato dalla una natura viva e peculiare che si perde nell’acqua cristallina.

 

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Vasto, Piazza Rossetti

Gli ultimi chilometri del viaggio conducono alla corte del trabocco Cungarelle, nella cornice del golfo di Vasto.

L’area urbana della città si sviluppa tra le memorie dei Frentani, il popolo italico che abitava quest’area, le testimonianze di epoca romana e il lascito dei secoli successivi, caratterizzati da inviasioni di ogni genere. Durante la passeggiata si rincorrono cosi torri, fortificazioni, chiese e palazzi di pregio. L’anfiteatro romano, le antiche terme e il castello Caldoresco convivono con il museo civico incastonato nei verdi giardini che si aprono di fianco a palazzo D’Avalos.

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Trabocchi

Riprendendo la marcia sulla ss 16, tra baie e calette si arriva all’ultimo comune abruzzese, San Salvo, la cui “marina” divide la scena con il parco archeologico del Quadrilatero, al cui interno sono conservati reperti che risalgono fino a 3mila anni fa. A ridosso del mare, infine, la fine sabbia dorata forma dune popolate dalla vegetazione spontanea e protetta che impreziosisce la vivace offerta turistica.

 

L’ABBAZIA

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Abbazia San Giovanni in Venere

È mozzafiato il panorama che si gode dall’abbazia cistercense di San Giovanni in Venere, nel comune di Fossacesia, edificio religioso edificato a partire dal VII secolo sopra un tempio dedicato alla dea dell’amore. Una preziosa testimonianza del passato che aggiunge fascino a un frammento d’Abruzzo che circa dieci chilometri più giù si tuffa nelle acque del fiume Sangro.

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Brodetto alla vastese

 

IL BRODETTO ALLA VASTESE

La tradizione della cucina di pesce sulla costa abruzzese trova uno dei suoi massimi rappresentanti nel brodetto, o meglio, nelle infinite varianti che nei secoli hanno preso forma nelle varie località della costa. Tra le più famose ecco quella vastese, che sembra affondare le radici nella tradizione della scafetta, una sorta di buonuscita settimanale a base di materie prime che veniva data ai pescatori. Era un misto di pesci non prestigiosi, come quelli di scoglio e di fondale, dallo scorfano alla lucerna fino alla tracina, tanto tenaci quanto saporiti. Con il pomodoro mezzotempo, altro orgoglio locale, il peperone verde, l’aglio rosso di Sulmona, il prezzemolo e l’olio extravergine questi pesci finivano nel tegame di terracotta, anch’esso colonna fondamentale della ricetta tradizionale. Oggi a portare avanti la tradizione sono le eccellenze della cucina cittadina come l’Hostaria del Pavone.

 

Marco Ciaffone

Da Le Guide di Repubblica “Le Strade del Cuore. Guida per riscoprire gli angoli più romantici d’Italia” – 2018

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