HOME / ITINERARI / LA STRADA DEGLI SCRITTORI / LA VIA DELLA STORIA / TORRE CARLO V
Torre Carlo V
Porto Empedocle
Edificata nel 1554 con lo scopo di presidiare la costa agrigentina da possibili invasioni e incursioni piratesche, la massiccia struttura, dalla forma tronco-piramidale e sovrastata dal cosiddetto “terrazzo delle cannoniere”, è una fortezza del porto di Porto Empedocle.
Già nel XV secolo, la “Marina di Girgenti” – l’attuale Porto Empedocle – rappresentava uno dei più importanti caricatori di grano della Sicilia.
A lungo adibita a carcere sotto il regno Borbonico, la Torre Carlo V nel 1848 fu teatro del massacro di 114 detenuti. Da questo tragico episodio nasce il saggio-racconto “La strage dimenticata”, uno dei primi libri dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri, pubblicato dalla casa editrice Sellerio grazie anche a Leonardo Sciascia. I detenuti furono uccisi per odine del maggiore Sarzana per evitare possibili rivolte. Messi insieme nella fossa comune e fatta chiudere l’unica presa d’aria, furono gettati all’interno tre petardi. I reclusi morirono poco dopo asfissiati.
«Alta, fosca, quadrata, la Torre è in realtà un piccolo, tozzo castello rozzamente finalizzato agli scopi per cui venne pensato: a nessuno cioè, al momento della sua costruzione, passò per l’anticamera del cervello che una qualsivoglia castellana avrebbe potuto alleggerire, con la sua presenza, la cupezza del luogo. E, come carico da undici, va aggiunto che il torrione, in origine, sorgeva in mezzo alle acque ed era collegato alla pilaja solo da un ponte levatoio…».
Si affaccia sul suggestivo “Porto Antico” che affascinò Pirandello e lo stesso Camilleri il quale partecipò alla riapertura, nell’estate del 2012, dopo i restauri delle “fosse” della Torre e del “Museo del Mare”.
Oggi è sede di iniziative artistico-culturali e della Pro loco.