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Un angolo di paradiso a strapiombo sul mare

Un angolo di paradiso a strapiombo sul mare

Le Cinque Terre: SS1 Via Aurelia

Una strada che induce in tentazione, vien voglia di divorarsela e sterzare per deviare verso il mare, lì dove sono arroccate alcune delle più intriganti meraviglie dell’intera costa ligure.

La SS1 ‘Sia Aurelia” comincia a Roma per poi proseguite la propria corsa in Toscana e varcare i confini della regione nota nell’immaginario collettivo gastronomico per il pesto e la focaccia.

Ma come la sua cucina, la Liguria è terra ricca di sorprese, di scenari mozzafiato e di scorci che lasciano senza parole. Non si sottrae di certo a tanto fascino lo spezzino che    annovera alcune perle di rara bellezza, con le sole Cinque Terre a richiamare ogni anno milioni di turisti. Prima di salire in auto e macinare chilometri, l’idea di parcheggiare e regalare agli occhi uno spettacolo senza rivali è di quelle vincenti. Lo Svincolo Seresa la trasforma in realtà, permettendo di raggiungere La Spezia e da lì l’obiettivo prefissato.

Riomaggiore, Manarola, Comiglia, Vemazza e Monte­rosso sono un angolo di paradiso a strapiombo sul mare, cinque miglia di costa capace di rac­chiudere ogni sorta di bellezza paesaggistica, da scoprire iner­picandosi per gli oltre 100 chilometri di sentieri che si sno­dano tra il verde della vegetazione e il blu del mare del Parco delle Cinque Terre: con i suoi quattromila ettari è il più piccolo d’Europa. Ma come insegna il motto “nella botte piccola c’è il vino buono” — e da queste parti lo si ripete con cognizione di causa vista l’apprezzatissima produzione di Cinque Terre Doc e Sciacchetrà – e quindi via, imboccando a piedi il più tradizionale dei percorsi, quello che prende forma dalla stazione di Riomaggiore. Muovendosi alla volta di Manarola ci si snoda lungo il sentiero del Corniolo, noto ai più come sentiero della Beccata. Dall’alto si scorge la celebre via del 1’Amore, ancora chiusa dopo lo smottamento del 2011.1 terreni coltivati a vigna si rincorrono senza sosta in un gioco di colori impareggiabile.

Giunti a Manarola lo sguardo cade inevitabilmente sui gozzi dei pescatori che attraccano nel porticciolo.

Si riprende la marcia, destinazione Corniglia. Passando per il Groppo – che ospita la più grande e fornita Cantina Sociale delle Cinque Terre, aperta nel lontano 1982 e da allora in continua espansione – si raggiunge l’unica delle Cinque Terre non adagiata sul mare: il Santuario di Nostra Signora della Salute a Volastra, la costa della Corsica e le isole dell’arcipelago toscano sullo sfondo e il panorama che dalla piazzetta Belvedere abbraccia Punta Mesco a Punta Montenero valgono ogni goccia di sudore spesa lungo la camminata; senza dimenticare la Chiesa di San Pietro, costruzione risalente al XIV secolo.

Quindi Vernazza con le torri del porticciolo, il cimitero e la chiesa di Santa Margherita di Antiochia, letteralmente appoggiata sul mare, a incorniciare il tragitto. L’hotel e ristorante Porto Roca (via Corone 1,0187 817502), il più elegante del Parco, sul promontorio di punta Corone, segna il confine del paese e annuncia la tappa successiva, Monterosso, divisa tra la parte nuova (Fegina) e Monterosso al Mare, la più “urbanizzata” delle Cinque Terre: da lì sarà un gioco da ragazzi muovere fino alla chiesa di San Giovanni Battista, la torre Aurora, la chiesa di San Francesco (interessante la Crocifissione al suo interno che pare essere opera di van Dyck) e i resti dell’antico castello degli Obertenghi con in lontananza i 14 metri della Statua del Gigante.

CARTOLINE DALLE CINQUE TERRE

Ci sono scorci che valgono un viaggio, emozioni che un semplice scatto fotografico non può raccontare. Luoghi che vanno visitati di persona, così da immortalarne con gli occhi ogni dettaglio. A ovest del Parco ecco stagliarsi la Patagonia delle Cinque Terre, Tramonti. Frazione cuscinetto tra Portovenere e Riomaggiore, risplende dei colori dei piccoli nuclei abitativi – disabitati per gran parte dell’anno – molto apprezzati dai turisti alla ricerca dell’originalità del territorio, della durezza    dei sentieri e delle pace garantita dagli itinerari meno battuti. Quindi l’incantevole scalinata di Monesteroli, vera e propria opera d’arte dell’architettura rurale di casa tra il monte Telegrafo e il mare: una meraviglia.

Ancora affamati di splendore? Sulle alture delle Cinque Terre ecco il Santuario di Nostra Signora di Soviore (Monterosso), il Santuario di Nostra Signora di Reggio (Vernazza), il Santuario di Nostra Signora delle Grazie (Corniglia), il Santuario di Nostra Signora della Salute (Manarola) e il Santuario di Nostra Signora di Montenero (Riomaggiore).

 

Con gli occhi che ancorano sprizzano entusiasmo si torna alla propria macchina, magari dopo essersi concessi un nuovo regalo e ancora quattro passi tra le vie di La Spezia.

Il Castello di San Giorgio, con l’annesso Museo del Castello Ubaldo Formentini – con reperti che spaziano dalla preistoria al medioevo (via XXVII Marzo, 0187 751142) – è sicuramente tra le attrazioni principali della città. Sicuramente non l’unica. Basti pensare al CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporanea, piazza Cesare Battisti 1,0187 730404) o al Museo Navale (via Giovanni Amendola 1,0187 784763), e ancora alla Cattedrale, risalente al XV secolo, o alla Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta del XIII. A questo punto la possibilità di riposare le gambe e sedere sui sedili della propria auto non potrà che strappare un sorriso.

Ritrovata la SS1 “via Aurelia” ci si spinge verso levante, muovendosi lungo una strada fiancheggiata dai colori della natura, superando Riccò del Golfo (pittoresco il Santuario di Nostra Signora dell’Agostina del XVI secolo), Pian di Barca e Padivarma (entrambe frazioni del comune di Beverino) e Borghetto di Vara (guai a lasciarsi scappare l’Abbazia di Santa Maria Assunta della Corte dell’Accola di cui si anno testimonianze sin dal IX secolo) e da lì raggiungere il cuore della Liguria e proiettarsi fino al confine con la Francia.

PORTOVENERE

Il Golfo dei Poeti è tra i luoghi più intriganti e suggestivi dell’intero Stivale, una tappa è d’obbligo. Non esistesse, sarebbe difficile anche solo immaginarselo. Risplende con energia la dirompente bellezza di Portovenere, scrigno di storia e strutture sospese nel tempo, a cominciare dalla Porta del Borgo del 1113 e dalla vicina Torre innalzata nel 1161. Siamo solo all’inizio di una gita che condurrà tra la Chiesa di San Lorenzo (eretta tra il 1118 e 1130 sotto l’egemonia della Repubblica di Genova), il Castello Doria (XII-XIV secolo) e a Chiesa di San Pietro (1198), passando per i resti delle torri di avvistamento un tempo sfruttati come mulini. E guardano verso il mare ecco l’isola Palmaria (famose le sue grotte), l’isola del Tino e l’isola del Tinetto.

                                                                                                                                       Mattia Brighenti

Da Le Guide di Repubblica “Le Strade del Cuore. Guida per riscoprire gli angoli più romantici d’Italia” – 2018 

 

 

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