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Valle dei templi
Agrigento
Il tempio di Giunone, il tempio della Concordia, i templi di Ercole, Giove e Dioscuri sono i principali monumenti della Valle dei Templi di Agrigento, l’antica Akragas fondata dai greci nel 580 a.C. Un suggestivo altipiano collinare tra il centro abitato e il mare rende chiara l’idea della grandezza di questa città che il poeta greco Pindaro definì “la più bella dei mortali”.
Spicca nella Valle, patrimonio dell’umanità, il cosiddetto tempio della Concordia, l’unico in miglior stato di conservazione databile intorno alla seconda metà del V secolo a.C. Secondo gli storici la sua conservazione si deve al fatto che, alla fine del VI secolo d.C., fu trasformato in chiesa cristiana. Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1.300 ettari, è tra i siti più grandi del mondo. Di esso fa parte anche la necropoli cristiana che si trova sia a cielo aperto che sotterranea.
Il territorio è ricco di resti archeologici e di segni naturalistici ed agricoli. Tra gli elementi naturali più diffusi vi sono campi estesi di mandorli ed ulivi secolari.
Ricco di agrumeti è invece il Giardino della Kolymbetra che si trova tra il tempio dei Dioscuri e quello di Vulcano. Il luogo racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra agrigentina e racconta, con i suoi reperti e i suoi ipogei – conosciuti anche come acquedotti Feaci –, la storia dell’antica Akragas. Meta del Grand Tour, quest’angolo di paradiso e giardino dove la natura si fonde con la storia, dal 1999 è affidato al FAI. Era chiamato dagli antichi greci “Piscina degli dei” perché questo luogo veniva utilizzato, oltre che per i giochi acquatici, anche per l’allevamento di pesci d’acqua dolce. Un viaggiatore del 1778, l’abbate di Saint Non, la descrive come «una Valle che, per la sua sorprendente fertilità, somiglia alla valle dell’Eden o a un angolo della terra promessa».
Nel corso dei secoli la città fu abitata da diverse popolazioni. Nel periodo romano, nella città ormai denominata Agrigentum, furono realizzati piccoli templi e un piccolo teatro, soprattutto nella zona del poggio San Nicola, dove oggi sorge il museo archeologico. I monumenti della città classica furono via via privati dei blocchi di tufo giallo per la costruzione degli edifici di Girgenti e dell’antico molo di Porto Empedocle. A questo si deve certamente la distruzione del tempio di Giove i cui resti, ancora visibili, sono la testimonianza di uno dei più grandi templi dorici dell’Antichità classica.